Una vibrante dissonanza ha scosso la tradizionale apertura del Festival itinerante della Notte della Taranta a Corigliano d’Otranto, in Salento, trasformando un evento consolidato in un terreno fertile per un acceso dibattito culturale e generazionale.
Lungi dall’essere una semplice interruzione, l’accaduto si è manifestato come una spontanea, seppur inaspettata, reazione del pubblico, un’esplosione di identità e di rivendicazione del patrimonio musicale popolare.
Il gruppo “Il Canto della Frontiera”, con i fratelli Redi ed Ekland Hasa, affiancati da Cesare Dell’Anna e Irene Ugo, era sul palco, pronto a condividere la propria interpretazione musicale, una fusione di influenze contemporanee e radici salentine.
Tuttavia, l’atmosfera si è incrinata quando un nutrito gruppo di spettatori ha deciso di riappropriarsi del ritmo, scatenando una pizzica improvvisata che ha rapidamente soppiantato l’esecuzione del gruppo.
Non si trattava di un semplice ballo, ma di un’affermazione tangibile, un grido di richiamo all’autenticità, che ha paralizzato l’esibizione in corso.
L’azione, carica di significato, ha generato un cortocircuito emotivo, culminato con l’uscita di scena del gruppo, che, con un gesto polemico, ha lasciato il palco con un’esplicita provocazione musicale: un “Sunatibula la pizzica a suli”, un invito a riscoprire e a suonare la pizzica secondo le tradizioni salentine.
L’eco della protesta si è propagata con forza sui social media, innescando un vivace scambio di opinioni e una riflessione più ampia sulla direzione artistica del festival.
Mentre alcuni hanno criticato l’atto come una mancanza di rispetto verso gli artisti, altri lo hanno interpretato come un segnale di una profonda ricerca di appartenenza e di un desiderio di rivendicare il diritto di partecipazione attiva alla celebrazione della cultura popolare.
L’incidente solleva interrogativi cruciali: qual è il ruolo del festival come custode e interprete della tradizione? Come bilanciare l’innovazione artistica con la preservazione dell’autenticità? E, soprattutto, come garantire che la Notte della Taranta continui a rappresentare un momento di condivisione e di celebrazione per tutte le generazioni di salentini, preservando al contempo la sua anima popolare e il suo spirito di comunità? Il gesto, in definitiva, ha spalancato una finestra sul complesso rapporto tra tradizione, innovazione e identità culturale in un territorio ricco di storia e di passioni.