domenica 3 Agosto 2025
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Cocaina a Genova: indagine apre su ‘ndrangheta e traffici internazionali

L’operazione di contrasto al traffico internazionale di stupefacenti, culminata nel sequestro di un ingente carico di cocaina nel porto di Genova, sta aprendo nuovi scenari investigativi che potrebbero rivelare connessioni complesse e ramificate.
Il ritrovamento, quantificato in 132 chilogrammi di droga abilmente occultati all’interno di fusti contenenti polpa di guayaba congelata, destinata all’industria di succhi, ha immediatamente attivato una indagine condotta dal procuratore aggiunto Federico Manotti.

L’attività di controllo, svolta dagli ispettori dell’Ufficio delle Dogane, è iniziata con un’ispezione su un singolo fusto, dove sono stati rinvenuti i primi due chilogrammi di cocaina.
L’approfondimento ha portato al controllo sistematico di tutti i 126 fusti contenuti nel container proveniente dalla Colombia, svelando l’intera quantità di droga.

La complessità dell’operazione suggerisce una pianificazione meticolosa e l’utilizzo di competenze specialistiche.

Il processo di estrazione della cocaina dalla matrice congelata, infatti, richiede l’impiego di risorse chimiche e strumentazioni avanzate, indicando un investimento economico significativo e una struttura organizzativa sofisticata.

Al centro dell’indagine figura il titolare di una ditta di import-export, un imprenditore trentacinquenne di origini reggine, ordinatario della merce.
L’ingente valore della droga, stimato in circa 50 milioni di euro sul mercato illecito, rafforza l’ipotesi di un traffico gestito da un’organizzazione criminale di elevato profilo.
Gli investigatori, sulla base delle prime evidenze raccolte, non escludono il coinvolgimento della ‘ndrangheta, una delle più potenti e radicate organizzazioni criminali italiane, capace di proiettare la propria influenza su scala internazionale.

L’indagine è attualmente focalizzata sull’analisi dei flussi finanziari e sulle comunicazioni intercettate, al fine di ricostruire la catena logistica e identificare i responsabili del traffico.
La collaborazione con le autorità colombiane, paese di origine della merce, si rivela cruciale per individuare i produttori e i fornitori della droga.
La natura sofisticata dell’operazione, con l’utilizzo di una merce apparentemente legale per occultare l’ingente carico di stupefacenti, evidenzia la capacità delle organizzazioni criminali di adattarsi e sfruttare le vulnerabilità del sistema commerciale globale.

Il procuratore aggiunto Manotti, dopo aver disposto le analisi complete della sostanza sequestrata, valuterà la necessità di interrogare formalmente il titolare della ditta, nonostante le sue dichiarazioni di estraneità ai fatti e la disponibilità a collaborare con le autorità.
L’inchiesta, in questa fase, mira a fare luce sulle dinamiche interne all’azienda e a determinare il suo effettivo ruolo nel traffico internazionale di droga.

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