lunedì 4 Agosto 2025
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Debutto amaro per il Napoli di Conte: campanelli d’allarme a Castel di Sangro

Un amaro debutto per il Napoli di mister Conte a Castel di Sangro, dove la squadra azzurra si è piegata di fronte al Brest con un risultato di 2-1, un campanello d’allarme che solleva interrogativi più ampi rispetto alla semplice disfatta in una partita amichevole.

L’analisi dei fattori che hanno contribuito a questo risultato non può limitarsi a un mero elenco di assenze, sebbene queste – con ben otto giocatori indisponibili tra infortuni e ripresa fisica post-carichi intensi – abbiano sicuramente compromesso la continuità e l’affidabilità del comparto.

Olivera, McTominay, Gilmour, Buongiorno, Juan Jesus, Marianucci, Meret e Vergara: un numero significativo di atleti contagiati da problematiche fisiche che denotano una fragilità strutturale della rosa e un potenziale deficit nella gestione del carico di lavoro.
La prestazione difensiva, in particolare, ha evidenziato una vulnerabilità inaspettata.
La linea difensiva, con Rrahmani e Beukema al centro e Di Lorenzo e Spinazzola sulle fasce, ha mostrato incertezze e reazioni tardive, con Ajorque che ha sfruttato prontamente due disattenzioni cruciali, capitalizzando con precisione entrambi i lati del campo.
L’esordio di Milinkovic-Savic, subentrato a Meret, non ha potuto arginare il flusso delle reti avversarie.
Conte, fedele al suo approccio tattico, ha optato per il consolidato modulo 4-3-3, cercando di adattarsi alle circostanze avverse.

L’inclusione di Raspadori nel ruolo di mezzala, un esperimento apparentemente audace, potrebbe rivelarsi un elemento chiave per definire le strategie future, soprattutto considerando l’interesse dell’Atletico Madrid nei confronti del giocatore.
Questa scelta, tuttavia, ha dislocato gli equilibri iniziali, alimentando la difficoltà di costruire manovre fluide e penetranti.
Il primo tempo ha visto un Napoli privo di ispirazione, incapace di imporre il proprio gioco e relegato a pochi lampi di genio, come il tiro di Raspadori e la magnifica sforbiciata di De Bruyne, che si è infranta sul palo, a testimonianza della sterilità offensiva.

La ripresa ha visto una reazione della squadra, con De Bruyne a dettare i tempi e a fornire l’assist cruciale per Di Lorenzo, il quale ha poi servito Politano e Lucca per il momentaneo pareggio.
Tuttavia, la pressione azzurra, sostenuta dal calore del pubblico del Patini, non è riuscita a tradursi in un gol decisivo, anche in virtù dei continui cambi effettuati dal tecnico francese, che hanno inevitabilmente smontato la struttura di gioco avversaria.

L’ingresso di Lukaku e Anguissa ha amplificato la spinta offensiva, ma senza concretizzare ulteriormente.

Questo test, al di là del risultato, solleva interrogativi cruciali sulla tenuta fisica della squadra, sull’integrazione dei nuovi acquisti e sulla capacità di adattamento a schemi di gioco alternativi.
Domani, un nuovo banco di prova contro la Casertana offrirà un’ulteriore opportunità per analizzare i progressi e affinare le strategie in vista delle sfide future, che richiederanno solidità, resilienza e una ritrovata capacità di esprimere il proprio potenziale.

Il percorso è ancora lungo e l’amichevole con il Brest rappresenta un monito e non una sentenza.

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