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Parco Eolico Sardegna: Erg contro Regione, rischio ricorso

La controversia che coinvolge il parco eolico di Nulvi e Ploaghe si intensifica, con Erg, la società promotrice del progetto, in rotta con la Regione Sardegna.
L’autorizzazione unica rilasciata da Viale Trento, pur formalmente concessiva, è percepita da Erg come gravata da condizioni talmente restrittive da rendere impraticabile la realizzazione dell’impianto.

La risposta dell’azienda non si fa attendere: un ricorso alla giustizia amministrativa appare l’azione più probabile, come anticipato da Paolo Merli, Amministratore Delegato di Erg.

L’azienda si mostra fiduciosa nella correttezza della propria posizione, formulando un’ipotesi audace: l’autorizzazione unica sarebbe stata rilasciata con l’intento deliberato di essere contestata, al fine di bloccare un progetto che, altrimenti, si sarebbe concretizzato in una procedura trasparente e priva di ostacoli.

Questa accusa implicita di manovre amministrative solleva interrogativi sulla reale volontà della Regione di favorire lo sviluppo di energia rinnovabile nel territorio.

In gioco vi è un impianto di significativa importanza, con una potenza stimata di oltre 100 megawatt.
La vicenda, secondo quanto riferito da Merli, affonda le sue radici in una lunga e complessa battaglia legale durata circa sei anni, iniziata nel 2018 con la presentazione della documentazione.

Il progetto aveva visto una prima luce verde nel 2022, grazie all’intervento del Presidente del Consiglio allora in carica, Mario Draghi, il quale aveva tentato di mediare tra le diverse sensibilità in campo.
Tuttavia, la decisione era stata successivamente impugnata dalla Regione, innescando una sequenza di battaglie legali culminate con una sentenza favorevole a Erg, che aveva costretto l’amministrazione regionale a rilasciare l’autorizzazione.

Il progetto in questione rappresenta un intervento di “repowering”, ovvero una completa sostituzione dell’infrastruttura esistente.

L’attuale parco eolico, composto da 51 aerogeneratori di vecchia generazione, con una potenza complessiva di 43 MW e una produzione annua di 80,5 GWh, verrebbe smantellato e sostituito da 27 aerogeneratori di ultima generazione, con una potenza totale di 122 MW e una produzione annua stimata in ben 335 GWh.

Questo significativo incremento della capacità produttiva non solo aumenterebbe in modo sostanziale l’apporto di energia pulita al sistema, ma contribuirebbe anche a modernizzare il parco eolico, migliorando l’efficienza e riducendo l’impatto ambientale.

La nuova configurazione, grazie all’impiego di tecnologie più avanzate, permetterebbe anche di ottimizzare l’utilizzo del territorio e minimizzare gli effetti visivi.

La vicenda solleva quindi questioni cruciali riguardanti l’accelerazione della transizione energetica e la gestione delle controversie tra amministrazioni e operatori del settore, in un contesto di crescenti aspettative e ambizioni per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

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