mercoledì 3 Settembre 2025
19.8 C
Palermo

Messina lascia FdI: denuncia e riflessioni sulla politica e i media.

La recente decisione di Manlio Messina, deputato nazionale e figura di spicco nel panorama siciliano, di lasciare Fratelli d’Italia, rappresenta una cesura che solleva interrogativi profondi sulla salute della politica contemporanea e il ruolo dei media.
La sua comunicazione, intrisa di amarezza e dignità, non si limita a giustificare una scelta personale, ma offre una lucida riflessione sui meccanismi di delegittimazione e sulle priorità spesso distorte all’interno dei partiti.
Messina denuncia una campagna stampa incessante, alimentata da sospetti infondati e priva di riscontri fattuali, in netto contrasto con le valutazioni della magistratura, che ha formalmente archiviato la sua posizione con la comunicazione di non essere indagato.
Questa campagna mediatica, secondo il deputato, ha generato un clima di sospetto preconcetto, costringendolo a difendersi da accuse non supportate da prove concrete.
La sua esperienza, tuttavia, va oltre la mera difesa della propria immagine.

Messina evidenzia una preoccupante tendenza all’emarginazione, una silenziosa esclusione dal dialogo politico, nonostante le sue reiterate espressioni di preoccupazione riguardo a un garantismo percepito come distorto.
Questa disparità di trattamento, se paragonata alla protezione accordata ad altri esponenti del partito coinvolti in vicende di maggiore gravità, suggerisce una logica interna che antepone la salvaguardia dell’immagine partitica al rispetto del principio del giusto processo e alla tutela della dignità individuale.

La decisione di lasciare Fratelli d’Italia, pur dolorosa, è il frutto di una constatazione amara: la possibilità che il dubbio sulla sua legittimità, o peggio, la prevalenza dell’interesse partitico sulla sua onorabilità, avrebbero compromesso i valori fondamentali che hanno guidato la sua azione politica per anni.
Messina lancia un monito: l’esperienza vissuta potrebbe presto coinvolgere altri, evidenziando una dinamica pericolosa che mina le fondamenta della democrazia.
La vicenda, a suo dire, rivela un fenomeno più ampio: un Paese in cui l’innocenza è messa a dura prova da un sospetto mediatico preconcetto, un’onta pubblica che spesso si rivela più pesante di una sentenza legale.

Il suo atto, inteso non come atto di rancore, ma come espressione di dignità personale, è una denuncia di un sistema che antepone la narrazione pubblica al rispetto dei diritti individuali.

Il sostegno ricevuto da amici fedeli e la gratitudine espressa a coloro che gli sono rimasti vicini, confermano che la sua battaglia per la verità e la giustizia non è vana.

Messina si riserva di valutare, con il supporto legale, le azioni necessarie per tutelare la sua onorabilità in tutte le sedi opportune, chiudendo con un sorriso amaro, simbolo di una ferita profonda e di una speranza, forse remota, di un cambiamento.

L’episodio solleva un interrogativo cruciale: come bilanciare il diritto all’informazione con la presunzione di innocenza e come proteggere la dignità dei singoli da un giudizio pubblico affrettato e spesso ingiusto.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -