Un velo di profonda tristezza e una palpabile ondata di commozione hanno investito la comunità romana, mentre il feretro di Justin Yamanouchi, universalmente riconosciuto come Jesto, lasciava la chiesa di Santa Maria in Trastevere.
L’addio, sobrio ma intensamente sentito, ha sancito la perdita di una figura emblemática del panorama rap italiano, un artista che ha saputo costruire un percorso di crescita artistica e personale, segnato da sperimentazione e introspezione.
La folla, un mosaico di volti che raccontava la sua influenza, abbracciava familiari, amici e una miriade di fan, testimoni della sua evoluzione musicale.
Il silenzio rispettoso, interrotto solo dal pianto sommesso, si è trasformato in un coro collettivo, un’eco delle sue canzoni più iconiche, un ultimo, vibrante omaggio che ha elevato il dolore in un rituale condiviso.
Accanto ai familiari, figure di spicco della scena rap romana, come Gemitaiz e Lucci, hanno espresso il proprio cordoglio, sottolineando il legame profondo che li univa all’artista.
La scomparsa improvvisa di Jesto, colpito da un infarto fulminante nella notte tra il 31 luglio e il 1 agosto mentre si trovava a Ponte Milvio, ha lasciato un vuoto incolmabile.
Stava rivedendo immagini inedite del backstage del suo ultimo videoclip, un progetto ambizioso che avrebbe dovuto rilanciare la sua carriera.
Jesto, che avrebbe compiuto 41 anni il 25 novembre, aveva scelto un periodo di ritiro dalle scene e dai social media, dedicandosi con passione alla creazione di un’opera musicale innovativa.
Più che un semplice album, un concept album, come lui stesso aveva descritto, un’esperienza immersiva che fondeva diversi mondi e coinvolgeva un’ampia gamma di collaboratori.
Un progetto che mirava a trascendere i confini del genere, esplorando nuove frontiere sonore e concettuali.
La sua musica, intrisa di poesia urbana e introspezione psicologica, ha saputo parlare a generazioni, rappresentando un punto di riferimento per molti giovani.
La sua capacità di raccontare la realtà, con crudo realismo e profonda umanità, lo ha reso un artista unico nel suo genere, capace di emozionare e far riflettere.
La sua eredità artistica continuerà a risuonare, ispirando nuovi talenti e mantenendo viva la memoria di un uomo e di un artista che ha lasciato un segno indelebile nel cuore di chi lo ha amato.
Il tour, inizialmente previsto, resta ora un sogno incompiuto, un’amara testimonianza di un talento spezzato troppo presto.