La narrazione ufficiale di un’avventura infrastrutturale che si preannunciava risolutiva per la Penisola, il ponte sullo Stretto di Messina, vacilla sotto il peso di un’analisi lucida e ineludibile.
Lungi dall’essere un trionfo politico, il recente annuncio delle autorità governative rappresenta piuttosto l’inizio di una complessa e ardua fase di revisione, destinata a svelare le fragilità intrinseche di un progetto concepito più come strumento di propaganda che come risposta concreta a esigenze territoriali.
Il comitato ‘Invece del Ponte’ sottolinea con forza che il presunto via libera di mercoledì non segna l’inizio dei lavori, ma l’inizio della fine di una costruzione ideologica.
Un’illusione alimentata da promesse esagerate e da una retorica semplificatoria, volta a mascherare criticità profonde di natura amministrativa, tecnica ed economica.
L’entità del controllo imposto dalla Corte dei Conti si configura come un baluardo imprescindibile.
Non un mero adempimento burocratico, ma un esame minuzioso volto a individuare e quantificare le irregolarità che hanno finora permesso la prosecuzione di un’operazione rischiosa e costosa.
L’approvazione di un progetto esecutivo, lungi dall’essere un passaggio formale, si prospetta come un percorso accidentato, costellato da decine di prescrizioni ancora pendenti e di interrogativi a cui i proponenti hanno evitato di rispondere in modo trasparente.
L’avvio di una battaglia legale su più fronti, nazionale ed europeo, è un evento inevitabile e auspicabile.
La prospettiva di un “giudice a Berlino” simboleggia la necessità di una supervisione indipendente, libera da condizionamenti politici e locali, capace di garantire il rispetto delle normative comunitarie e dei diritti fondamentali.
La forza della legge dovrà prevalere su logiche di partito e interessi particolari.
La retorica del ponte come panacea per le problematiche del Sud, strumento di sviluppo miracoloso e ponte verso un futuro prospero, si scontra con la realtà di un progetto irrealistico, viziato fin dalla sua concezione.
L’illusione di una soluzione semplice a problemi complessi si infrange contro le asperità del territorio, le complessità burocratiche e le resistenze popolari.
‘Invece del Ponte’ si conferma sentinella vigile e indipendente, impegnata a promuovere un’informazione corretta, a stimolare un dibattito pubblico costruttivo e a contrastare ogni forma di ingiustizia ambientale e sociale.
Lo Stretto, ecosistema fragile e patrimonio inestimabile, non può essere ridotto a merce di scambio o a pretesto per speculazioni.
La sua tutela è un dovere verso le generazioni future e un atto di rispetto per la storia e l’identità di un intero popolo.
La sua salvaguardia deve essere la priorità assoluta.