mercoledì 10 Settembre 2025
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Catania, disarticolata rete di spaccio: duro colpo ai pusher

Nel tessuto urbano di Catania, l’operazione “Capinera” ha inferto un duro colpo a una sofisticata organizzazione criminale dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare crack e cocaina.

L’azione, condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Catania sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia Etnea, ha portato all’applicazione di misure cautelari domiciliari, corredate dall’uso del braccialetto elettronico, nei confronti di sette individui, aggiungendosi agli otto arresti già eseguiti in precedenza.
L’indagine, protrattasi nel tempo e caratterizzata da un’approfondita attività di osservazione e intercettazione, ha svelato la struttura complessa e l’organizzazione gerarchica di un sodalizio criminale radicato nel quartiere Librino, precisamente in via Capinera, da cui l’operazione ha preso il nome.
L’attività illecita non si limitava alla semplice vendita al dettaglio, ma comprendeva l’intera filiera, dalla custodia della droga all’organizzazione logistica del trasporto e della distribuzione.

Il cuore pulsante dell’organizzazione era un appartamento trasformato in un vero e proprio “supermercato della droga”, dove le dosi venivano esposte in maniera ostentata, suggerendo un’aura di sicurezza e controllo.
Questa configurazione, unitamente all’impiego di tecnologie avanzate come un sofisticato sistema di videosorveglianza e la presenza di personale dedicato alla sicurezza, evidenziava un approccio professionale e calcolato nella gestione dell’attività illecita.
Il promotore, già in arresti domiciliari, si avvaleva di un team specializzato: due individui responsabili della custodia delle sostanze, cinque addetti al trasporto (“corrieri”) e un “factotum” personale, figura chiave nell’organizzazione e nella gestione delle operazioni quotidiane.

La rete di sentinelle, strategicamente posizionate, garantiva un costante monitoraggio del territorio e un’immediata reazione in caso di controlli delle forze dell’ordine, dimostrando un elevato grado di preparazione e capacità di adattamento.

L’operazione “Capinera” non si è limitata agli arresti e alle misure cautelari, ma ha anche portato a dieci arresti in flagranza di reato, alla denuncia a piede libero di sedici persone e al sequestro di oltre mezzo chilo di stupefacenti.
L’attività investigativa ha permesso di ricostruire i ruoli e le responsabilità di ciascun membro del sodalizio, svelando una struttura criminale ben definita e un sistema di gestione complessa che mirava a massimizzare i profitti e a minimizzare i rischi.

I destinatari delle attuali misure cautelari domiciliari sono: Luigi Abbascìa (45 anni), Giuseppe Roberto Gangi (47 anni), Salvatore Longo (47 anni), Salvatore Millesi (39 anni), Gaetano Luca Privitera (32 anni), Orazio Vinciguerra Orazio (34 anni) e Flavio Zito (42 anni), individui che ora dovranno rispondere delle accuse di associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, un crimine che erode la sicurezza della comunità e devasta la vita di chi vi cade preda.

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