Il percorso legislativo volto a stanziare ulteriori 12,8 milioni di euro a sostegno degli allevatori colpiti dalla dermatite bovina e dagli abbattimenti necessari per contenerla, si è arenato in un clima di forte contrapposizione politica.
L’iniziativa, inizialmente prevista per essere discussa e approvata in Aula prima dell’assestamento di bilancio – un provvedimento di portata significativa per l’ente – si è scontrata con la resistenza dell’opposizione, in particolare del centrodestra, guidato dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu, che ha invocato un rinvio di dieci giorni per la redazione di una relazione di minoranza.
L’elaborazione del testo, frutto di una sessione di lavoro a margine della seduta parlamentare, prevedeva tre articoli e aveva ricevuto l’approvazione, in sede di quinta commissione, con il solo voto della maggioranza, dopo un parere della terza.
La mancata convergenza tra le forze politiche ha determinato una brusca frenata, posticipando l’esame del provvedimento, denominato colloquialmente “leggina”, oltre la pausa agostana.
L’opposizione ha espresso forte disappunto per la rigidità dimostrata dalla maggioranza, lamentando di non essere stata coinvolta in un processo costruttivo.
Un esponente dell’opposizione ha dichiarato in Aula di aver espresso disponibilità a collaborare, proponendo integrazioni alla bozza originaria presentata dalla giunta, ma di essere stata ignorata, vedendo approvare un testo sostanzialmente identico a quello governativo.
Questa mancata inclusione, secondo l’opposizione, rischia di compromettere seriamente gli interessi degli allevatori, esponendoli a ulteriori danni anziché offrire un reale beneficio.
Una delle proposte avanzate dalla minoranza mirava a una riallocazione di risorse, nello specifico 30 milioni destinati allo sviluppo della rete aeroportuale sarda, per indirizzarli verso l’emergenza nel settore agricolo.
Il testo della “leggina” prevede che i 12,8 milioni di euro siano gestiti da Laore, con una prima tranche di 2,5 milioni destinata a fornire un aiuto immediato e una tantum per favorire la ripresa produttiva delle aziende agricole colpite dalla malattia.
La restante quota è destinata a compensare le perdite subite dagli allevatori a seguito delle misure sanitarie necessarie per contenere il contagio, coprendo una vasta gamma di voci di danno.
La discussione è quindi rientrata nel quadro più ampio dell’assestamento del bilancio, lasciando in sospeso la questione cruciale del sostegno agli allevatori, un tema che riflette le fragilità strutturali del settore primario e le complesse dinamiche politiche che ne governano il destino.
La vicenda solleva interrogativi sulla governance delle risorse pubbliche e sulla necessità di un approccio più inclusivo e partecipativo nella definizione delle politiche agricole.