L’annuncio della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, riguardo all’estensione della Zona Economica Speciale (Zes) alle Marche, rappresenta un punto di svolta strategico per la regione e, in particolare, per le aree interne ancora segnate dagli effetti devastanti del sisma.
Questa decisione, accolta con soddisfazione dal capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Renzo Marinelli, non è frutto di un’improvvisa ispirazione, ma il coronamento di un percorso di elaborazione e advocacy durato anni, radicato nel tessuto economico e sociale marchigiano.
Già nel 2019, a Camerino, un ampio fronte di attori locali – sindaci, rappresentanti delle categorie produttive, ordini professionali, atenei – si è unito attorno al “Patto di Torre del Parco”, un documento programmatico che delineava le linee guida per una Zes post-sisma.
Questo non fu un mero esercizio politico, bensì l’espressione di un lavoro di analisi approfondito, orientato a definire un modello di sviluppo sostenibile e resiliente.
Le proposte avanzate, che includevano l’automatizzazione delle agevolazioni fiscali, incentivi mirati agli investimenti e una governance agile e focalizzata, riflettevano un approccio dal basso, condiviso e volto a valorizzare le specificità del territorio marchigiano.
Il percorso verso l’approvazione della Zes è stato segnato dall’impegno costante del governo regionale, guidato dal Presidente Francesco Acquaroli, che ha sostenuto la necessità di uno strumento dedicato, capace di superare le rigidità normative e burocratiche che hanno spesso ostacolato la ripresa delle aree colpite.
Questo impegno si è tradotto in una pressione diplomatica a livello nazionale e interregionale, con l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni centrali sull’importanza di un intervento mirato.
Oggi, la concretizzazione di questa visione apre scenari inediti per le Marche.
Tuttavia, è fondamentale evitare che questa opportunità rimanga confinata a dichiarazioni di intenti.
L’effettivo impatto della Zes dipenderà dalla capacità delle istituzioni locali, delle imprese e dei professionisti di collaborare attivamente e di sfruttare appieno gli strumenti a disposizione.
È imprescindibile garantire tempi certi, regole chiare e canali operativi efficienti, per rimuovere gli ostacoli che potrebbero frenare l’iniziativa.
Il territorio marchigiano ha dimostrato, nel corso degli anni, una notevole capacità di innovazione e di coesione sociale.
Ora, in un contesto nazionale favorevole, è imperativo mobilitare queste risorse, con un’attenzione particolare allo sviluppo delle competenze dei giovani, al sostegno delle imprese e alla promozione di un modello di ricostruzione che sia autentica rinascita, capace di rigenerare il tessuto economico, sociale e culturale della regione.
La Zes non è solo uno strumento di agevolazione, ma un’opportunità per costruire un futuro più prospero e resiliente per le Marche.