“Chico Forti: l’icona sovranista e il silenzio della destra italiana”

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19 maggio 2024 – 15:33

Il silenzio si fa denso, interrotto solo da un coro di voci giubilanti che si alza dalla destra in segno di approvazione per l’operazione che è stata portata a termine con successo. Lontano è l’inutile annuncio dell’ex ministro degli Esteri Luigi Di Maio, risalente a quattro anni fa, come ricordato dai media al momento dell’estradizione avvenuta lo scorso febbraio. Oggi il responsabile del Ministero degli Affari Esteri, Antonio Tajani, si compiace dell’efficacia della strategia del silenzio.Personalità come Enrico Costa, esponente di Azione noto per non tirarsi indietro quando si tratta di sostenere il governo in materia di giustizia, ha definito incomprensibile il benvenuto riservato al premier. Si tratta pur sempre di un individuo condannato da una corte americana e non da un regime illiberale. Per comprendere appieno l’orgoglio che pervade la destra italiana, è necessario ripercorrere le tappe che hanno portato alla creazione dell’icona Chico Forti, considerato un eroe nazionale e successivamente adottato come simbolo sovranista dall’imprenditore ex campione di surf che ha cercato fortuna nel sogno americano approdando sui canali televisivi della Fininvest e finanziandosi grazie a una vittoria a un quiz televisivo.Che sia un self-made man o un avventuriero, come sostiene lo scrittore Fulvio Abbate, la vicinanza con Chico è profondamente radicata nell’antropologia sociale. Il personaggio rappresenta gli ideali dell’elettorato che ha supportato i trent’anni berlusconiani e ora sostiene il movimento meloniano, come riporta Repubblica. La dimostrazione più evidente di questa connessione l’ho avuta osservando uno striscione esposto presso una stazione di servizio nell’Aurelio a Roma Nord con scritto “Liberate Chico Forti”.Nonostante il primo governo ad affrontare la questione con Washington sia stato quello guidato da Enrico Letta nel 2013 con il ministro Giulio Terzi che definì Chico un grande italiano, la sinistra non rimase indifferente e Luigi Manconi scrisse riguardo al caso, esperto delle ingiustizie carcerarie e dei diritti negati.Maggior clamore suscitarono le campagne su Libero nel 2020 durante i giorni della liberazione della cooperante Silvia Romano rapita da una cellula somala di Al Qaeda quando ospitava il commento della senatrice forzista Gabriella Giammanco dal titolo “Il governo pensi piuttosto a riportare Chico in Italia”. Ancora su Libero nel 2015 lo stesso Chico chiedeva all’allora premier Renzi: “Venga a salvarmi, sono tre ore d’aereo”.Artisti come Enrico Ruggeri dedicarono una canzone intitolata “L’America Canzone per Chico Forti” mentre i servizi delle Iene su Mediaset contribuirono alla diffusione del suo caso traendo spunto da sentimenti patriottici e innocenti.

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