sabato 9 Agosto 2025
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Trieste

Trieste: Un Mosaico di Pace tra Memoria e Denuncia

Un mosaico di speranza e denuncia si è dispiegato in Piazza Unità d’Italia, a Trieste, in un presidio vibrante e commovente organizzato dall’Assemblea permanente contro guerre e riarmo, in occasione del doloroso ottantesimo anniversario delle distruzioni atomiche di Hiroshima e Nagasaki.

La cerimonia, densa di significato e di appelli alla ragione, ha visto la realizzazione di una monumentale bandiera della pace, un’opera d’arte collettiva composta dall’unione di molteplici vessilli arcobaleno, simboli di diversità e di aspirazione alla fratellanza universale.
La folla, composta da decine di cittadini attenti e sensibili, ha riempito la piazza, alzando al cielo bandiere palestinesi, espressione di una solidarietà internazionale che trascende i confini geografici e ideologici.
Un nucleo di manifestanti ha occupato la prospettiva di Palazzo Comunale, esponendo immagini crude e sconvolgenti delle devastazioni causate dall’inferno atomico, testimonianze impietose di un orrore che l’umanità non dovrebbe mai dimenticare.

“Non siamo mai stati così vicini a un nuovo olocausto nucleare,” è risuonato tra le voci, un monito urgente che aleggia su un mondo fragile e costantemente minacciato.

I promotori del presidio, affrontando la folla con parole chiare e appassionate, hanno evidenziato come, nonostante le guerre siano una costante tragica della storia umana, si stia assistendo a una ripresa bellica senza precedenti, un’escalation di violenza che mette a repentaglio la sopravvivenza stessa della civiltà.
L’assemblea si è eretta a voce di dissenso, opponendosi categoricamente alla logica della guerra come strumento di dominio e di spartizione del mondo, denunciando la corsa agli armamenti come una follia autodistruttiva e invocando un immediato cessate il fuoco a Gaza, teatro di una tragedia umanitaria inaccettabile.

La denuncia si è estesa alla guerra contro l’informazione, contro coloro che si dedicano all’aiuto e alla solidarietà verso le popolazioni vittime di conflitti.

I cartelli sbandierati dalla folla recavano messaggi potenti e diretti: “Chi ama la pace ripudia le guerre”, “Fermatevi! Le guerre sono una follia”, “Stop al finanziamento delle guerre”.

Un intervento particolarmente significativo è stato quello di Luciano Ferluga, portavoce del Comitato pace convivenza solidarietà e diritti Danilo Dolci, che ha sollecitato il sindaco Roberto Dipiazza a manifestare una posizione chiara e concreta in merito all’accoglienza dei migranti, affrontando la questione con umanità e responsabilità.

Un manifesto particolarmente incisivo ha denunciato la militarizzazione del porto di Trieste, chiedendo con forza “No alle armi nei nostri porti”, un monito contro la trasformazione di un luogo simbolo di scambio e di collegamento in una base strategica per operazioni belliche.

Il presidio ha rappresentato un momento di profonda riflessione e di rinnovato impegno per la costruzione di un futuro di pace, di giustizia e di solidarietà tra i popoli, un atto di speranza in un mondo tormentato dalla violenza e dalla paura.

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