sabato 9 Agosto 2025
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Comune di L'Aquila

Terremoto nel Sudest Aquilano: scossa di magnitudo 3.1

Alle ore 23:56 di ieri, il territorio del Sudest aquilano è stato investito da una sequenza sismica di magnitudo 3.1, evento registrato e localizzato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).

La scossa, pur di intensità moderata, ha richiamato l’attenzione data la sensibilità sismica della regione, particolarmente vulnerabile a fenomeni tellurici.

L’analisi dei dati geofisici ha permesso di determinare con precisione le caratteristiche del terremoto.

L’ipocentro, ovvero il punto in profondità dove si è originato il sisma, si colloca a circa 18 chilometri sotto la superficie terrestre.

Questa profondità, sebbene non eccezionalmente profonda, contribuisce a una propagazione delle onde sismiche meno impattante rispetto a eventi con ipocentri più superficiali.

L’epicentro, il punto sulla superficie terrestre direttamente sopra l’ipocentro, è stato localizzato in un’area compresa tra i comuni di Villalago e Bisegna, due centri abitati immersi nel paesaggio montano dell’altopiano di Aquila.
La magnitudo 3.1, pur non raggiungendo soglie di pericolosità elevata, rientra in una scala di eventi sismici che, in zone ad alta sismicità come l’Appennino centrale, possono essere percepiti dalla popolazione e generare una sensazione di inquietudine, soprattutto per il ricordo di eventi tellurici più drammatici che hanno colpito la regione in passato.

L’Appennino abrucese, e più in generale l’intera catena montuosa che attraversa la penisola italiana, è un’area geologicamente attiva, caratterizzata da una continua, seppur lenta, deformazione della crosta terrestre.

Questa deformazione è il risultato delle interazioni tra la placca africana, che si sta subduzendo sotto quella euroasiatica, generando una compressione orizzontale e una conseguente accumulo di energia lungo le faglie.
Il rilascio improvviso di questa energia, quando la forza accumulata supera la resistenza delle rocce, si manifesta sotto forma di terremoti.

La localizzazione precisa dell’evento, unita all’analisi dei dati storici di sismicità, consentirà agli esperti dell’INGV di monitorare l’area e valutare l’eventuale presenza di una sequenza sismica in evoluzione.

Il monitoraggio continuo delle reti sismiche, l’analisi dei dati e la modellazione del sottosuolo sono strumenti fondamentali per la mitigazione del rischio sismico e per la protezione della popolazione.
Fortunatamente, al momento, non sono stati segnalati danni a persone o infrastrutture, testimonianza anche della relativa moderazione dell’evento e dell’efficacia delle misure di prevenzione adottate.

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