18 marzo 2024 – 01:34
Nel prossimo incontro tra la premier Giorgia Meloni e il presidente egiziano Al Sisi, si prevede che verrà sollevata la delicata questione di Giulio Regeni e della mancanza di collaborazione da parte del Cairo. La presidente ha dichiarato che questa vicenda è prioritaria per il suo governo, poiché è fondamentale perseguire la verità e garantire giustizia. Tuttavia, le aspettative sono basse: Al Sisi probabilmente non prenderà alcuna azione concreta, mentre l’Italia continuerà a dialogare con l’Egitto esigendo risultati che potrebbero non essere ottenuti a causa della mancanza di collaborazione da parte egiziana.Questa situazione rischia di avere conseguenze gravi nel difficile percorso verso la verità e la giustizia per Giulio Regeni, considerando le sfide affrontate dal sistema giudiziario italiano nel fare luce sul sequestro, le torture e l’omicidio del giovane ricercatore. Oggi si terrà a Roma la seconda udienza del processo ai quattro agenti della National Security accusati della morte di Regeni, un processo reso possibile solo dopo otto anni grazie all’intervento della Corte Costituzionale italiana.L’Egitto ha ostacolato il procedimento non fornendo il domicilio degli imputati, impedendo così la notifica degli atti processuali. Solo grazie alla decisione della Consulta costituzionale italiana è stato possibile avviare il dibattimento, stabilendo che favorire uno Stato che si sottrae volontariamente a un processo per difendere imputati coinvolti in reati così gravi sia incostituzionale.Affinché il processo possa svolgersi correttamente, sarà necessario che numerosi testimoni ripetano in aula quanto già dichiarato durante le indagini preliminari. Tra di essi vi è Mohammed Abdallah, l’ambulante che tradì Regeni vendendolo ai servizi segreti egiziani pensando fosse una spia inglese. Inoltre, sarà importante ascoltare anche il coinquilino di Giulio, un giovane avvocato egiziano costretto a confessare alcuni dettagli cruciali sulla vicenda.
