L’indagine congiunturale di Confartigianato Piemonte, analizzata nel terzo trimestre del 2025, delinea un quadro allarmante per il tessuto artigianale regionale, rivelando un profondo senso di incertezza e un deterioramento delle prospettive di crescita.
Il dato più rilevante, e sintomatico di un diffuso pessimismo, è il marcato aumento della percentuale di imprese che rinunciano a investimenti, salendo dal 74,90% al 78,35%.
Questo segnale, di per sé significativo, è aggravato da una serie di indicatori negativi che delineano una situazione di grave difficoltà.
L’indagine evidenzia una contrazione generalizzata dell’attività, con un raddoppio delle imprese che operano senza personale dipendente (da 9,22% a 18,56%), e un drastico calo nell’avvio di tirocini formativi attraverso l’assunzione di apprendisti (da -19,22% a -20,96%).
Sebbene la previsione di produzione totale mostri un lieve miglioramento, rimanendo comunque in territorio negativo (-13,06% rispetto al -14,17% precedente), il saldo relativo all’acquisizione di nuovi ordini conferma la tendenza al ribasso, peggiorando da -12,95% a -14,44%.
Un elemento particolarmente critico è rappresentato dal crollo delle aspettative relative all’export.
Pur registrando una riduzione del deficit nella previsione di nuovi ordini dall’estero (-20,97% rispetto al -29,30% precedente), la stima di esportazioni costanti subisce un crollo verticale, passando dal 62,90% al 34,71%, indicando una drastica revisione delle aspettative di crescita dei volumi di esportazione.
Questa volatilità è in parte alimentata dalla crescente preoccupazione per le ripercussioni del sistema commerciale internazionale e dalle distorsioni percepite nei meccanismi di tassazione.
Le imprese artigiane piemontesi si trovano ad affrontare una combinazione di fattori strutturali e contingenti.
La pressione fiscale, percepita come eccessiva, e l’onere burocratico, ritenuto insopportabile, contribuiscono a soffocare l’iniziativa imprenditoriale e a limitare la capacità di investimento.
Il clima di incertezza, esacerbato dalla narrazione mediatica spesso distorta e dai dazi imprevisti, paralizza le decisioni strategiche e ostacola la pianificazione a lungo termine.
Nonostante questo scenario desolante, emerge un barlume di speranza nella previsione relativa alla regolarità degli incassi, che, seppur incrementata, rispecchia una resilienza delle imprese nel tentativo di mantenere in equilibrio le proprie finanze.
Tuttavia, come sottolinea Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, la priorità urgente è la necessità di creare un ambiente più stabile e prevedibile, in grado di stimolare la fiducia delle imprese e di favorire una ripresa sostenibile del settore artigianale, elemento cruciale per l’economia regionale.
Si auspica un intervento tempestivo e mirato, volto a ridurre la pressione fiscale, a semplificare le procedure amministrative e a promuovere la competitività delle imprese artigiane piemontesi nel mercato globale.