venerdì 8 Agosto 2025
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Carenza medici in Molise: proroga accordo con l’ospedale Moscati

La delicata situazione di carenza di personale medico che affligge la sanità pubblica molisana impone all’Asrem, l’Azienda Sanitaria Regionale, interventi di carattere emergenziale e continuativo.

In questo contesto, si rinnova, con decreto del Direttore Generale Giovanni Di Santo, la convenzione con l’Azienda Ospedaliera “G.
Moscati” di Avellino, estendendola fino al 30 novembre prossimo.
L’accordo mira a garantire l’accesso a prestazioni specialistiche di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale, servizi cruciali per la tutela della salute dei neonati, in un momento in cui la disponibilità interna si rivela insufficiente.
Questa decisione, apparentemente ordinaria, si radica in una problematica di portata ben più ampia: la progressiva e strutturale erosione del capitale umano che sostiene il sistema sanitario regionale.
La difficoltà nel reclutamento di medici specialisti è diventata una costante, un campanello d’allarme che risuona in tutta la sanità molisana e che pone seri interrogativi sulla sostenibilità del servizio offerto alla popolazione.

I tentativi di colmare le lacune attraverso bandi di concorso, pur intrapresi con impegno, si sono rivelati parzialmente inefficaci, evidenziando un allontanamento di potenziali candidati, un fenomeno complesso che riflette una serie di fattori, tra cui condizioni di lavoro percepite come onerose, retribuzioni non sempre competitive rispetto ad altre regioni e, in alcuni casi, una certa insoddisfazione per le opportunità di crescita professionale.

La necessità di ricorrere a convenzioni con strutture sanitarie esterne, come quella con l’Ospedaliera Moscati, è una diretta conseguenza di questa carenza.
Si tratta di una soluzione temporanea, che comporta costi aggiuntivi e, soprattutto, che non risolve la radice del problema.
Accanto a queste misure, si rende sempre più urgente l’esplorazione di vie alternative, come il reclutamento di professionisti provenienti dall’estero, un percorso che richiede tempo e risorse per superare le barriere linguistiche e burocratiche, e il coinvolgimento di specialisti in quiescenza, un’opzione che solleva questioni etiche e legate alla capacità operativa di chi ha superato l’età pensionabile.

La situazione attuale richiede un ripensamento strategico del sistema sanitario molisano, che vada oltre le semplici misure palliative.

È necessario investire in formazione, migliorare le condizioni di lavoro, incentivare il rientro di medici emigrati, e promuovere una cultura della valorizzazione del personale sanitario.

Solo un approccio integrato e lungimirante potrà garantire la tenuta del sistema e assicurare ai cittadini molisani l’accesso a cure di qualità.

La sfida è complessa, ma la salute della comunità lo richiede.

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