venerdì 8 Agosto 2025
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Notaio sotto inchiesta: l’Ordine dei Notai chiede chiarimenti.

L’Ordine dei Notai è intervenuto con decisione nel caso del professionista accusato di aver condiviso immagini intime, sollevando un acceso dibattito sull’etica professionale e le implicazioni legali del cosiddetto “revenge porn”.

Il Consiglio dell’Ordine, guidato dal Presidente Michele Biagini, ha formalmente richiesto l’accesso agli atti processuali, un gesto che testimonia la gravità percepita della vicenda e l’intenzione di verificare la sussistenza di eventuali violazioni del codice deontologico notarile.

È fondamentale chiarire il ruolo peculiare dell’Ordine: non è investito del potere di irrogare sanzioni direttamente, ma agisce come organo di impulso, segnalando la necessità di un’analisi disciplinare più approfondita.

Questa valutazione spetta alla Commissione Regionale di Disciplina, un organismo presieduto da un magistrato della Corte d’Appello, garantendo così indipendenza e imparzialità nel processo.

L’inchiesta penale, ora in corso, per la natura delicata dell’accusa – la diffusione non consensuale di immagini intime – sospende temporaneamente l’iter disciplinare.
Questo principio garantisce che la sfera legale e quella professionale non si contaminino, assicurando che la responsabilità penale sia accertata con le dovute garanzie processuali.

Tuttavia, il Consiglio dell’Ordine sottolinea che la chiusura del procedimento penale, sia essa derivante da archiviazione o ritiro della denuncia, non significherà automaticamente l’interruzione del percorso disciplinare.

La gravità delle accuse, che coinvolgono la violazione della privacy e la possibile lesione della dignità personale, impone un’indagine approfondita anche sotto il profilo etico-professionale.
L’avvio delle indagini è stato determinato dalla denuncia formale di una delle donne coinvolte, la quale, assistita dal legale Salvatore Calandra, ha sporto querela contro il notaio.
La vicenda ruota attorno a una cena consumata a Bogliasco, a inizio giugno, che ha visto la partecipazione del professionista, un medico, e due donne.
A seguito della chiusura del locale, si sono uniti al gruppo il proprietario e una sua dipendente.
Il notaio, presumibilmente, ha immortalato con il proprio telefono immagini intime durante la serata, per poi condividerle con un collega e, forse, con altre persone.
La scoperta da parte di una delle donne, e il successivo colloquio con il notaio, che ha ammesso di aver scattato le foto e di averle inviate a un amico, hanno condotto alla denuncia e all’intervento delle autorità giudiziarie.

La Procura, delegata dal Pubblico Ministero Daniela Pischetola, ha incaricato l’aliquota della Polizia di Stato del Tribunale di condurre le indagini.

L’episodio solleva interrogativi cruciali sull’uso responsabile delle tecnologie digitali, sulla tutela della privacy e sulle conseguenze legali e professionali derivanti dalla diffusione non consensuale di immagini private.

L’azione dell’Ordine dei Notai testimonia un impegno verso la salvaguardia dell’etica professionale e la protezione della dignità delle persone coinvolte, auspicando una piena chiarificazione dei fatti e l’applicazione delle sanzioni previste dalla legge.

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