giovedì 11 Settembre 2025
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Comune di L'Aquila

Pescara, una sinfonia della rabbia per la Palestina.

Un’onda di voci e ritmi si è infranta ieri sera a Pescara, in una manifestazione che ha visto la partecipazione di un centinaio di persone, un numero significativo che testimonia la crescente sensibilità verso la questione palestinese.

L’evento, promosso dalle donne dei circoli del Partito Democratico – Castellammare, Di Vittorio, Grimau e Colli – ha assunto una forma partecipativa e vibrante, trasformando il lungomare, in particolare la zona prospiciente la Nave di Cascella e Piazza Primo Maggio, in un palcoscenico di protesta e speranza.

La manifestazione non si è limitata a un semplice raduno, ma si è configurata come un atto sonoro, una “sinfonia della rabbia” orchestrata dalle promotrici, che hanno esplicitamente invitato i presenti a portare strumenti per generare rumore: tamburi di ogni dimensione, pentole, coperchi, fischietti, persino i pugni dei bambini.

L’intento era chiaro: rompere il muro di silenzio che, a loro avviso, avvolge l’atroce conflitto in atto, denunciando l’apparente indifferenza dell’Occidente di fronte alla sofferenza del popolo palestinese.
Il coro collettivo, un’esplosione di voci che invocavano il cessate il fuoco e condannavano il massacro di civili, in particolare bambini, si è intrecciato con un suggestivo sottofondo musicale: le campane della vicina chiesa di San Pietro Apostolo, conosciuta come chiesa del Mare, hanno amplificato il messaggio di speranza e di richiesta di giustizia, creando una commistione emotivamente potente.
Oltre al richiamo esplicito al genocidio, la manifestazione ha mirato a sollevare interrogativi più ampi sulla responsabilità internazionale, sull’urgenza di un riconoscimento formale dello Stato di Palestina e sulla necessità di un impegno politico concreto per una soluzione pacifica e duratura.

L’iniziativa ha rappresentato un momento di condivisione e di riflessione collettiva, un atto di solidarietà verso un popolo martoriato e un appello alla coscienza civile, sottolineando come la pace sia un bene prezioso che va difeso con la voce, con l’azione e con il coraggio di rompere il silenzio.

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