venerdì 8 Agosto 2025
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Legnano: Smascherata Clinica Estetica Clandestina, Pazienti a Rischio

A Legnano, nel cuore del territorio milanese, è stata smantellata una struttura clandestina di medicina estetica, un chiaro esempio dei rischi connessi alla proliferazione di attività non autorizzate nel settore della cura del corpo.
L’operazione, frutto di una complessa attività di indagine congiunta condotta dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Milano, ha messo in luce una situazione allarmante, che solleva interrogativi cruciali sulla sicurezza dei pazienti e sul rispetto delle normative sanitarie.

L’inchiesta si è sviluppata a partire dal monitoraggio dei canali social della titolare, che pubblicizzava con insistenza un’offerta di trattamenti estetici invasivi, inclusi protocolli che richiedono la competenza e la supervisione di un medico abilitato.

L’analisi delle comunicazioni online ha rivelato la promozione di procedure come le iniezioni di tossina botulinica (botulino), l’utilizzo di acido ialuronico e l’impiego di filler dermici, spesso di dubbia provenienza e qualità, esponendo i pazienti a potenziali rischi per la salute.
La perquisizione del locale, ricavato abusivamente all’interno di un appartamento, ha permesso di sequestrare una quantità significativa di materiale sanitario, stoccato in condizioni igieniche inaccettabili.
Tra il materiale rinvenuto, un frigorifero che conteneva sia alimentari deperibili che preparazioni destinate alle iniezioni, rivelava una drammatica mancanza di professionalità e un disprezzo per le norme di sicurezza.

Sono state individuate 38 siringhe pre-riempite di acido ialuronico, pronte per essere somministrate, unitamente a 10 flaconcini di botulino, e farmaci antagonisti, che avrebbero dovuto essere utilizzati per mitigare eventuali reazioni avverse – una chiara ammissione dei rischi intrinseci delle procedure, eseguite al di fuori di un contesto medico controllato.

Particolare attenzione è stata rivolta al ritrovamento di due dispositivi medici non conformi alle normative italiane, destinati alla rimozione di neoplasie cutanee.
L’utilizzo di tali strumenti, privi di certificazione e supervisione medica, configurava un pericolo immediato per l’incolumità dei pazienti, sottolineando la gravità delle violazioni riscontrate.
L’episodio solleva una questione di crescente rilevanza: la necessità di rafforzare i controlli e la vigilanza nel settore della medicina estetica.
La proliferazione di attività clandestine, alimentata dalla crescente domanda di trattamenti estetici e dalla relativa accessibilità economica, rappresenta una minaccia per la salute pubblica e richiede un impegno sinergico tra le forze dell’ordine, le autorità sanitarie e gli ordini professionali.
La denuncia della donna indagata, e le ulteriori indagini in corso, mirano a fare luce su una rete di attività illegali e a tutelare la sicurezza dei cittadini, garantendo che solo professionisti qualificati e autorizzati possano offrire trattamenti medici estetici, nel rispetto delle più stringenti norme di sicurezza e qualità.

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