venerdì 8 Agosto 2025
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Sardegna, 26 milioni per allevatori colpiti dalla dermatite bovina

Il Consiglio regionale della Sardegna si appresta a varare un pacchetto di misure di sostegno, per un ammontare complessivo di quasi 26 milioni di euro, destinato agli allevatori duramente colpiti dall’emergenza della dermatite bovina e dalle conseguenti direttive sull’abbattimento del bestiame.
Questa decisione, frutto di un acceso confronto politico tra le forze in campo, si presenta come un tentativo di superamento delle divergenze iniziali, manifestate in questi giorni e risolte attraverso un intenso dialogo con le principali associazioni di categoria (Cia, Coldiretti, Copagri e Confagricoltura).

L’approccio unitario, sottolineato dal Presidente dell’Assemblea, Piero Comandini, riflette la volontà di trascendere le dinamiche partitiche per affrontare una crisi che mette a rischio la linfa vitale di un settore cruciale per l’economia sarda.
L’obiettivo primario, come dichiarato, è garantire una risposta tempestiva e condivisa, improntata a responsabilità e pragmatismo.
Tuttavia, le richieste provenienti dal mondo agricolo sono molteplici e articolate, ben al di là della mera compensazione economica per gli abbattimenti.

Gian Battista Monne, direttore di Confagricoltura Sardegna, ha evidenziato la necessità di una normativa che non si limiti a mitigare le perdite immediate, ma che promuova una vera e propria ricostituzione del patrimonio zootecnico perduto, fondamentale per il rilancio del comparto.

Questo include anche la necessità di affrontare le difficoltà derivanti dalle restrizioni alla movimentazione del bestiame, un nodo cruciale per la catena di approvvigionamento e la capacità di esportazione.

Battista Cualbu, presidente di Coldiretti, ha richiamato l’importanza di trasparenza e chiarezza nei criteri di risarcimento e nei tempi di erogazione, elementi imprescindibili per infondere fiducia e serenità agli allevatori.

La tempestività, unita alla concretezza delle misure, è considerata la chiave per evitare un ulteriore impoverimento del tessuto produttivo sardo.
Attualmente, la situazione è caratterizzata da un quadro di abbattimenti selettivi, mentre sono state sospese le direttive che imponevano l’abbattimento preventivo in aziende ritenute “focolai”.

Le istanze provenienti dagli allevatori si concentrano sulla possibilità di rivedere le attuali procedure, valutando soluzioni alternative all’abbattimento degli animali sani e sollecitando lo sblocco delle restrizioni alla movimentazione fuori dall’Isola, un presupposto fondamentale per la ripresa delle attività commerciali e l’accesso a mercati esteri.

La discussione è aperta, con l’obiettivo di trovare un equilibrio tra la necessità di contenere l’epidemia e la salvaguardia del patrimonio zootecnico sardo, pilastro dell’identità e dell’economia dell’Isola.

Il futuro del settore agricolo sardo poggia sull’efficacia e la rapidità con cui la politica saprà rispondere a queste esigenze.

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