L’arrivo di Emma Thompson al Festival di Locarno è stato un’esplosione di vitalità e riflessioni profonde.
Accolta con entusiasmo e pronta a ricevere il prestigioso Leopard Club Award, la celebre attrice ha incantato la platea con il suo spirito arguto e la sua innata grazia.
L’esperienza di ricevere un riconoscimento così significativo, dopo aver già arricchito il suo palmarès con il Leone d’Oro, è stata descritta come un momento di particolare eleganza e gratitudine.
La sua presenza al festival era legata alla presentazione de “The Dead of Winter”, un film che la vede protagonista in un ruolo fisico e drammaticamente intenso.
L’opera, diretta da Brian Kirk, racconta la storia di una donna apparentemente ordinaria, desiderosa di una semplice giornata di pesca, che si ritrova improvvisamente catapultata in una situazione di crisi, costretta a lottare per salvare una giovane donna rapita.
L’interpretazione di Thompson, che richiede sequenze d’azione e sforzi fisici notevoli, ha suscitato una riflessione più ampia sul ruolo della donna nel cinema.
L’attrice ha espresso la sua delusione per un passato in cui le eroine femminili erano spesso semplici imitazioni di figure maschili iconiche, come Marlon Brando.
“Non voglio replicare il passato con un cambio di parrucca,” ha affermato, sottolineando il desiderio di rappresentare figure femminili autentiche e complesse, che sfidino le convenzioni e trascendano i ruoli tradizionali.
La sua eroina in “The Dead of Winter” si distingue proprio per questa capacità di emergere da schemi predefiniti, per la sua forza interiore e la sua determinazione nel superare ostacoli apparentemente insormontabili.
Thompson ha sottolineato la difficoltà di interpretare un personaggio che la costringe a superare i propri limiti fisici e mentali.
“Ho stirato ogni singolo muscolo,” ha confessato con un sorriso, rivelando il duro lavoro e la dedizione profusi nella preparazione del ruolo.
La preparazione ha richiesto un’immersione totale nell’ambiente e nelle condizioni climatiche estreme del film, con mesi trascorsi in Finlandia e Minnesota per affrontare il freddo pungente.
“Il freddo ti stringe come il metallo,” ha descritto mimando l’immagine con le mani, evidenziando l’importanza di un approccio realistico e immersivo nella recitazione.
L’esperienza, tuttavia, ha avuto un impatto inaspettato: il clima mite di Locarno, dopo la prolungata esposizione al gelo, si è rivelato un vero shock termico.
“Potrei buttarmi in un lago ghiacciato anche adesso,” ha esclamato, agitando un ventilatore davanti al viso, concludendo con una metafora ironica: “Sto vivendo una seconda menopausa!”.
La sua presenza ha illuminato il festival, offrendo non solo un’intrattenimento di alto livello, ma anche uno spunto di riflessione sul cinema, la femminilità e la ricerca di un’autentica rappresentazione artistica.