La tragica notizia che ha scosso la tranquilla comunità di Buddusò, nel cuore del Monte Acuto, riguarda Marco Pusceddu, soccorritore dell’associazione Intervol 118, trovato senza vita ieri sera a colpi di pistola nei locali dell’associazione stessa.
L’uomo, giunto in città da pochi mesi per seguire l’incarico lavorativo, non aveva ancora compiuto un vero e proprio radicamento sociale, pur svolgendo con dedizione il suo ruolo cruciale nel sistema di emergenza.
L’esecuzione, precisa e mirata, suggerisce una premeditazione inquietante.
Il killer, agendo con una lucidità glaciale, non ha lasciato spazio a interpretazioni: aveva come obiettivo primario Marco Pusceddu, come confermato dalla richiesta specifica rivolta a un collega, responsabile dell’apertura della porta intorno alle ore 23.
La scena si è consumata in un edificio privato, utilizzato dall’associazione all’angolo tra via Pietro Nenni e via Ugo La Malfa, in una zona residenziale dove eventi simili sono impensabili.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Sassari e guidate dalla pm Elisa Succu, si concentrano ora sulla ricostruzione degli eventi e sull’identificazione del movente e dell’autore materiale.
L’autopsia sul corpo di Pusceddu è stata disposta per accertare con precisione la dinamica e le cause del decesso.
Le prime testimonianze dei vicini descrivono una sequenza di eventi drammatica: colpi di pistola, distinti e ripetuti, seguiti dal rumore di una vettura in fuga, forse con l’ausilio di un complice, suggerendo un piano elaborato e ben orchestrato.
Un elemento di particolare interesse, e oggetto di approfondimento da parte dei Carabinieri di Ozieri, è un episodio precedente, risalente a qualche mese fa, in cui Pusceddu era stato ritrovato privo di sensi in una piazzola di sosta, a seguito di una violenta aggressione che gli aveva causato una profonda ferita alla testa.
La mancanza di memoria sull’evento, e l’impossibilità di identificare gli aggressori, alimentano l’ipotesi di un legame diretto con l’omicidio, suggerendo una vendetta o un regolamento di conti.
L’associazione Intervol è stata teatro di un evento inaudito, un’irruzione nella quotidianità pacata di una comunità estranea alla violenza.
L’assenza di sistemi di videosorveglianza all’interno della sede dell’associazione rende più complessa la raccolta di prove, ma si spera che telecamere di sicurezza presenti nelle zone limitrofe possano fornire elementi utili per l’identificazione del responsabile.
La comunità buddusina è sotto shock, cercando risposte e un senso a una perdita improvvisa e incomprensibile, mentre le indagini proseguono a ritmo serrato, alla ricerca della verità e della giustizia per Marco Pusceddu.