L’Italia si confronta con un’escalation preoccupante di casi di malattia da West Nile, portando il bilancio complessivo di infezioni segnalate dall’inizio dell’anno a superare la soglia delle 170, con un tragico saldo di almeno 16 decessi.
Le due nuove segnalazioni, che ampliano ulteriormente la mappa dell’epidemia, riguardano una residente a Trento, recentemente rientrata da un viaggio, e un uomo di 72 anni domiciliato in provincia di Biella, affetto da patologie preesistenti.
Entrambi i pazienti sono attualmente sotto osservazione ospedaliera, con prognosi definita dai medici come stabile, sebbene la complessità clinica derivante dalla malattia, soprattutto in individui con comorbidità, non possa essere sottovalutata.
L’emergenza West Nile, trasmessa principalmente attraverso la puntura di zanzare Culex, rappresenta una sfida sanitaria complessa, legata a fattori ambientali, climatici e zootecnici.
L’aumento delle temperature e i modelli meteorologici alterati favoriscono la proliferazione delle zanzare e l’ampliamento del ciclo di trasmissione del virus, che coinvolge gli uccelli come serbatoi naturali e gli equini come possibili amplificatori.
La malattia, inizialmente endemica in Africa, Medio Oriente e Asia, si è progressivamente diffusa a livello globale, manifestando una crescente incidenza in aree geografiche precedentemente non colpite.
La West Nile, pur nella maggior parte dei casi asintomatica, può evolvere in forme neuroinvasive, come la meningite o l’encefalite, con conseguenze neurologiche permanenti o, nei casi più gravi, fatali.
La popolazione, in particolare gli anziani, gli individui immunocompromessi e coloro che presentano altre patologie croniche, è esposta a un rischio maggiore di sviluppare la forma neuroinvasiva.
La prevenzione si basa su una serie di misure igieniche e comportamentali volte a ridurre l’esposizione alle punture di zanzara: utilizzo di repellenti, indumenti protettivi, zanzariere, eliminazione di ristagni d’acqua dove le zanzare possono deporre le uova, e controllo delle popolazioni di zanzare attraverso interventi di disinfestazione.
Parallelamente, sono cruciali la sorveglianza epidemiologica, il monitoraggio delle popolazioni di zanzare e degli uccelli serbatoi, e la sensibilizzazione della popolazione sull’importanza delle misure preventive.
La risposta all’epidemia richiede un approccio multidisciplinare che coinvolga le autorità sanitarie, gli enti locali, i veterinari e i cittadini, con l’obiettivo di mitigare il rischio di ulteriori infezioni e proteggere la salute pubblica.
La comprensione approfondita dell’ecologia del virus, la ricerca di nuove strategie di prevenzione e cura, e la promozione di comportamenti responsabili rappresentano le chiavi per affrontare questa sfida sanitaria emergente e garantire la sicurezza della comunità.