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Arresto a Rovigo: sospettato di ferire carabiniere ad Alba Adriatica

L’arresto a Rovigo di un 38enne di origine albanese, sospettato di far parte della banda che il 19 novembre 2024 ferì gravemente un carabiniere ad Alba Adriatica, rappresenta un capitolo significativo in un’indagine che potrebbe svelare la struttura di un’organizzazione criminale operante a livello nazionale.

Le accuse contestate, tentato omicidio e rapina impropria aggravata, riflettono la gravità del crimine commesso e l’audacia dei malviventi.
Il carabiniere, sottufficiale del nucleo radiomobile della compagnia di Alba Adriatica, era intervenuto a seguito di un allarme dato dalla madre, trovandosi a fronteggiare una rapina in corso nella sua abitazione.

La situazione precipitò quando, nel tentativo di proteggere la sua famiglia, l’uomo subì ferite devastanti a seguito di colpi inferti con un piccone, che coinvolsero volto, arti e corpo.
L’emorragia interna comportò un delicato intervento chirurgico, con l’asportazione della milza, e lo ha costretto a una lunga e complessa convalescenza, che lo preclude al ritorno in servizio.
La svolta nell’indagine è stata determinata da un elemento cruciale: tracce di DNA rinvenute su una torcia abbandonata sul luogo del crimine.
L’analisi ha collegato il sospettato a un episodio precedente, una rapina in villa a Castelnuovo Garfagnana, nella provincia di Lucca, fornendo un primo indizio sulla sua identità e il suo possibile coinvolgimento in attività criminali più ampie.
Le ripetute verifiche a Rovigo, nonostante un errore di identificazione dovuto a un falso cognome, hanno permesso di mantenere l’uomo sotto osservazione, fino al suo rintraccio e arresto.
Il pubblico encomio, tributato dal sostituto procuratore di Teramo Stefano Giovagnoni, testimonia il valore e la competenza degli investigatori, i quali ipotizzano che il sospettato arrestato non agisse come elemento isolato, ma fosse parte di una struttura organizzata, specializzata in furti e rapine in abitazione su tutto il territorio nazionale.
L’arresto rappresenta un passo avanti nella ricostruzione della rete criminale e nella ricerca degli altri componenti della banda, e solleva interrogativi sulla loro capacità operativa, le risorse a disposizione e i possibili collegamenti con altre organizzazioni criminali.

L’interrogatorio da remoto, previsto per la prossima settimana, si preannuncia cruciale per ottenere informazioni utili a disarticolare completamente l’organizzazione e a far luce sulle dinamiche del crimine.

L’evento sottolinea, inoltre, la necessità di un continuo aggiornamento delle tecniche investigative e di una maggiore attenzione nella verifica delle identità, al fine di evitare errori che potrebbero compromettere il successo delle indagini e mettere a rischio la sicurezza pubblica.

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