L’Italia si confronta con un’ondata di infezioni da virus del Nilo occidentale (WNV) che, con l’aggiunta di due nuovi casi, supera il bilancio allarmante di 170 contagi dall’inizio dell’anno.
Questo dato, unito al tragico numero di 16 decessi, proietta una luce cruda sulla persistenza e l’intensificazione del rischio infettivo legato a questo arbovirus nel nostro paese.
I due casi recenti, originari di Trento e Biella, incarnano la natura insidiosa della malattia.
La donna trentina, reduce da un viaggio, sottolinea come il rischio di contagio si estenda a viaggiatori e residenti, rendendo l’attenzione globale un fattore cruciale nella prevenzione.
Il caso del biellese, un uomo anziano affetto da patologie preesistenti, evidenzia la vulnerabilità di individui con un sistema immunitario compromesso, che sono particolarmente a rischio di sviluppare forme severe della malattia.
Il virus del Nilo occidentale, trasmesso principalmente attraverso la puntura di zanzare infette appartenenti al genere *Culex*, rappresenta una sfida complessa per la sanità pubblica.
Questi insetti agiscono come vettori, amplificando la trasmissione del virus tra uccelli, serbatoio naturale del WNV, e esseri umani.
La presenza del virus in diverse aree geografiche italiane, favorita da condizioni climatiche favorevoli che promuovono la proliferazione delle zanzare, amplifica ulteriormente il potenziale rischio.
La gravità della situazione è aggravata dalla variabilità clinica della malattia.
Mentre la maggior parte delle infezioni rimane asintomatica o si manifesta con sintomi lievi come febbre, mal di testa e dolori muscolari, una minoranza di pazienti sviluppa neuroinvasive forme, caratterizzate da meningite, encefalite o paralisi.
Queste complicanze, potenzialmente invalidanti e fatali, richiedono un intervento medico tempestivo e intensivo.
La risposta al rischio del WNV richiede un approccio integrato che coinvolga diversi livelli di intervento.
Le strategie di controllo delle zanzare, attraverso la riduzione dei siti di riproduzione e l’impiego di larvicidi e insetticidi, rappresentano un pilastro fondamentale.
In parallelo, è cruciale la sensibilizzazione della popolazione, con l’educazione sull’importanza di misure di protezione personale come l’uso di repellenti, indumenti protettivi e la rimozione di acqua stagnante.
La ricerca scientifica continua a svolgere un ruolo vitale nello sviluppo di vaccini e terapie specifiche, potenzialmente in grado di mitigare l’impatto della malattia.
La sorveglianza epidemiologica, rafforzata attraverso un monitoraggio costante delle popolazioni di zanzare e dei casi umani, permette di anticipare e contenere le epidemie, proteggendo la salute pubblica e riducendo il rischio di ulteriori perdite umane.