28 dicembre 2023 – 17:01
L’accertamento preliminare della conoscenza della lingua francese per partecipare ai concorsi nella pubblica amministrazione in Valle d’Aosta è un’applicazione di protezionismo che potrebbe risultare dannosa per la collettività, invece di favorirne la crescita e la diversità. Questo è quanto sostenuto dal sindaco di Aosta, Gianni Nuti, durante una discussione riguardante il personale durante una riunione del Consiglio comunale volta ad approvare il bilancio previsionale del 2024.Nuti ha affermato che, nonostante sia consapevole dell’impopolarità e forse persino della provocazione delle sue parole, una strategia efficace per contrastare il calo demografico potrebbe essere l’apertura all’immigrazione intellettuale. Ma come si può attuare questa apertura? Secondo Nuti, basta consentire la partecipazione ai concorsi anche a coloro che al momento potrebbero non conoscere il francese, ma impegnarli ad apprenderlo nel corso di un anno. In questo modo, le persone interessate avrebbero l’opportunità di stabilirsi in Valle d’Aosta, conoscere il territorio e magari formarsi una famiglia all’interno di questa comunità. Inoltre, ciò porterebbe ad avere personale qualificato proveniente da diverse esperienze culturali ed intellettuali, cosa che storicamente ha sempre arricchito l’umanità.Nuti ha sottolineato che questa idea non pregiudica in alcun modo i principi fondamentali dell’autonomia della regione. Infatti, l’apprendimento del francese è richiesto come avviene nell’Alto Adige, ma viene concesso un certo periodo di tempo per acquisire le competenze linguistiche necessarie per svolgere le attività in modo bilingue.In conclusione, Nuti ha espresso la sua opinione su questa questione, evidenziando l’importanza di una politica aperta e inclusiva che promuova la diversità culturale e intellettuale.
