La recente conferma, attraverso il referendum, della legge elettorale regionale valdostana solleva interrogativi profondi sul ruolo della politica e la sua capacità di gestire le proprie dinamiche interne, evitando il ricorso a meccanismi giudiziari che ne minerebbero l’autorità.
Come osservato dal segretario del Partito Democratico locale, Luca Tonino, l’invocazione di vie legali per contestare una decisione politica rappresenta un segnale di fragilità, un ammissione di incapacità nel trovare soluzioni condivise all’interno del dibattito democratico.
La legge, approvata dal Consiglio regionale e ratificata dal corpo elettorale, introduce un sistema di voto con tre preferenze, un cambiamento significativo rispetto al passato.
Questa scelta non è casuale, ma il risultato di un percorso politico ben definito, radicato nella convinzione che un sistema di voto più ampio e flessibile sia un segno di progresso civico.
L’introduzione dell’obbligo di genere nella scelta delle preferenze rappresenta un elemento cruciale di questa riforma, mirato a promuovere una maggiore rappresentanza femminile nelle istituzioni regionali, un imperativo etico e un fattore di modernizzazione.
L’ampliamento delle preferenze, inoltre, apre la porta a nuove figure, a talenti emergenti che altrimenti potrebbero rimanere esclusi, contribuendo a rinnovare il panorama politico regionale e a garantire una maggiore apertura verso idee e proposte innovative.
Questa visione, lungimirante e orientata al futuro, si pone in netto contrasto con l’approccio, a nostro avviso improduttivo, di chi sceglie di ricorrere alla magistratura per contestare decisioni assunte attraverso il processo democratico.
Nonostante la conferma elettorale, l’affluenza al referendum confermativo è stata relativamente bassa, un dato che, pur richiedendo un’analisi approfondita, non intacca la validità dello strumento referendario in sé.
La diminuzione della partecipazione ai referendum, sia a livello regionale che nazionale, riflette una più ampia crisi di fiducia nelle istituzioni e un disinteresse crescente verso la politica, fenomeni complessi che richiedono un impegno collettivo per essere affrontati.
È fondamentale, pertanto, riflettere su come incentivare la partecipazione civica e rafforzare il legame tra cittadini e istituzioni, promuovendo una cultura politica più attiva e consapevole.
La sfida è comprendere le ragioni di questa astensione, valutando l’impatto di fattori esterni come la scelta della data e, soprattutto, individuando le cause profonde di un distacco che rischia di compromettere la vitalità stessa della democrazia.