lunedì 11 Agosto 2025
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Zelensky: Accomodamento, via cieca. Serve pressione su Mosca

La strategia di accomodamento, le concessioni negoziali avanzate, si sono rivelate una via cieca nel tentativo di indurre la Federazione Russa a interrompere le ostilità in Ucraina.

Questa constatazione, espressa con forza dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, evidenzia una frattura profonda nelle strategie di approccio al conflitto e sollecita un cambio di paradigma da parte dei partner internazionali.

Zelensky, in un intervento mirato, ha esplicitamente rifiutato l’illusione che compromessi territoriali o garanzie simboliche possano in qualche modo spingere Mosca a una discesa delle armi.
Al contrario, la persistenza delle azioni belliche russe, la prosecuzione dell’occupazione militare e la ripetuta violazione del diritto internazionale testimoniano una volontà intrinseca a perseguire obiettivi strategici ben al di là delle rivendicazioni iniziali.

Il messaggio lanciato dal presidente ucraino non è un semplice appello a un aumento di aiuti militari, sebbene quest’ultimo rimanga una necessità impellente.

Si tratta, piuttosto, di una richiesta di una pressione sistematica e coordinata sulla Russia, volta a isolarla diplomaticamente, economicamente e finanziariamente.
La speranza è di creare un contesto in cui il costo di proseguire la guerra diventi insostenibile per il regime di Mosca, forzandolo così a riconsiderare le proprie posizioni.

L’analisi implicita nel discorso di Zelensky suggerisce che la Russia non stia negoziando per la pace, ma piuttosto gestendo attivamente il conflitto per massimizzare i propri vantaggi geopolitici.

Questo implica una necessità di comprendere a fondo le motivazioni profonde che alimentano l’aggressività russa, andando oltre la retorica ufficiale e analizzando le dinamiche interne al potere a Mosca.

L’aumento della pressione, come proposto da Zelensky, non implica necessariamente un’escalation militare da parte dell’Ucraina o dei suoi alleati.

Potrebbe includere, ad esempio, un rafforzamento delle sanzioni economiche, l’implementazione di misure per bloccare l’accesso di Mosca ai mercati finanziari internazionali e un’intensificazione degli sforzi per smascherare e contrastare la disinformazione russa.

In definitiva, la posizione di Zelensky riflette una crescente consapevolezza che la pace non può essere negoziata con un aggressore che non dimostra alcun interesse a porre fine al conflitto.

La strada verso un futuro pacifico per l’Ucraina, e per l’ordine internazionale, passa attraverso una fermezza risoluta e un impegno costante a difendere i principi fondamentali del diritto e della sovranità nazionale.
La diplomazia, in questo contesto, non è un atto di sottomissione, ma uno strumento di pressione e di resistenza.

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