venerdì 15 Agosto 2025
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Trento

Tragico base jump in Trentino: un atleta precipita dal Becco dell’Aquila.

Alle prime luci dell’alba, quando la maestosità del Becco dell’aquila, a Dro, si stagliava ancora immersa nella nebbia mattutina, un tragico evento ha interrotto la quiete delle montagne trentine.

Un basejumper di 48 anni, appassionato di sport estremi e con presumibile esperienza nel salto con la vela, è precipitato rovinosamente a seguito di un lancio effettuato intorno alle 7:00.

L’incidente, le cui dinamiche sono ancora in fase di accertamento, ha visto l’atleta impattare con violenza contro la parete rocciosa, la cui conformazione particolarmente ripida e irregolare ha contribuito alla gravità delle conseguenze.
La vela, elemento cruciale per il controllo della discesa, si è intricata tra le rocce durante la caduta, suggerendo possibili complicazioni nell’apertura o nel corretto posizionamento durante la fase cruciale del lancio.
La tempestività della risposta dei soccorsi è stata determinante.

Un’équipe del Soccorso Alpino e Speleologico, composta da cinque operatori altamente specializzati della Stazione di Riva del Garda, è stata prontamente mobilitata.
La complessità del terreno, impervio e scosceso, ha reso necessario l’utilizzo di una tecnica di recupero particolarmente delicata: i soccorritori sono stati calati in parete mediante verricello, un sistema che permette di discendere in sicurezza lungo una fune ancorata a un punto stabile, consentendo un approccio preciso e mirato al ferito.

L’intervento, condotto con la precisione richiesta da situazioni di emergenza in ambienti alpini, ha richiesto un elevato grado di coordinazione e competenza tecnica.

Parallelamente, i Vigili del Fuoco Volontari di Dro hanno fornito supporto logistico e collaborato alle operazioni di coordinamento a terra.
La loro presenza ha contribuito a garantire la sicurezza dell’area e a facilitare l’accesso dei soccorritori.

Il basejumper è stato stabilizzato in loco e successivamente trasportato in codice rosso all’Ospedale Santa Chiara di Trento, dove ha ricevuto le cure mediche necessarie.
La gravità delle ferite riportate ha richiesto un intervento medico urgente e specialistico.

L’episodio ripropone interrogativi cruciali sulla sicurezza degli sport estremi in ambienti montani, sulla necessità di una valutazione accurata delle condizioni meteorologiche e della conformazione del terreno, e sull’importanza di protocolli di sicurezza rigorosi per minimizzare i rischi e proteggere la vita degli atleti.
Le indagini sono in corso per ricostruire l’esatta sequenza degli eventi e determinare eventuali fattori che abbiano contribuito all’incidente.

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