Il Lucania Film Festival (LFF), giunto alla sua ventiseiesima edizione a Pisticci (Matera), si è confermato un crocevia imprescindibile per il cinema indipendente, un laboratorio di idee che trascende i confini nazionali per abbracciare un panorama internazionale di voci e prospettive.
Con un’affluenza media giornaliera stimata in 2.500 spettatori, il festival ha dimostrato una vitalità e un’attrattiva in costante crescita, testimoniando l’importanza di un cinema che interroga, che stimola il pensiero critico e che si pone al servizio della comunità.
L’edizione 2024, incentrata sul tema della “bugia” e sulle sue molteplici declinazioni, ha promosso un’esplorazione profonda delle dinamiche manipolative che plasmano la nostra percezione della realtà.
I premi assegnati – da *Carmela* di Vicente Mallols, vincitore nella categoria corti d’animazione, a *L’origine del mondo* di Rossella Inglese, acclamato tra i lungometraggi – hanno celebrato opere che, con linguaggi e stili diversi, hanno affrontato la complessità del tema, svelando spesso verità scomode celate dietro narrazioni apparentemente consolidate.
La giuria, unitamente al pubblico, ha riconosciuto il valore di *Pinocchio Reborn* di Matteo Cirillo, premiato per la sua capacità di reinventare un classico attraverso una lente contemporanea, e *Choreographies Towards Loss* di Irene Margrethe Kaltenborn, un toccante documentario che indaga le implicazioni emotive della perdita.
“Siamo grati per la risposta appassionata del pubblico,” ha affermato Claudia Fauzia, co-direttrice del festival.
“La nostra ambizione è sempre stata quella di offrire un’esperienza cinematografica che vada oltre il semplice intrattenimento, un catalizzatore per conversazioni significative e una piattaforma per l’analisi critica delle narrative dominanti.
Quest’anno, il tema della ‘bugia’ ha fornito un terreno fertile per l’indagine, invitando il pubblico a interrogare le premesse che spesso diamo per scontate.
“L’atmosfera del LFF 2024 è stata descritta come unica, intrisa di un’energia palpabile e di una connessione umana profonda.
Hana Makhmalbaf, co-direttrice, ha sottolineato il ruolo cruciale del pubblico, eterogeneo e partecipe, che ha contribuito a creare un ambiente vivace e stimolante.
“Il nostro pubblico non è un semplice spettatore, ma un co-creatore di significato,” ha aggiunto.
Una delle innovazioni più apprezzate dal pubblico è stata l’introduzione, su suggerimento del padre di Hana, Mohsen Makhmalbaf, del “Secret Program”: una sezione dedicata a proiezioni a sorpresa di film non annunciati in precedenza.
Questa iniziativa, concepita come un vero e proprio omaggio al pubblico, ha offerto l’opportunità di scoprire gemme nascoste, spesso opere provocatorie che sfidano le convenzioni o che offrono nuove prospettive su temi cruciali.
Queste proiezioni, spontanee e inaspettate, hanno contribuito a creare un senso di avventura e di scoperta, rafforzando il legame tra il festival e la sua comunità.
La programmazione, in questo contesto, si è rivelata capace di accostare opere di impegno politico a esperienze umane intense, offrendo uno spaccato variegato della realtà contemporanea e sollecitando una riflessione profonda sul nostro ruolo nel mondo.