L’inchiesta sulla tragica vicenda che ha colpito Diamante, culminata con il decesso di due persone e il ricovero di quattordici, si concentra ora sulle risultanze delle analisi tossicologiche effettuate dall’Istituto Superiore di Sanità.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Paola, hanno individuato la presenza di tossina botulinica in diversi alimenti serviti dal food truck al centro dell’evento.
La scoperta, di gravissima importanza, non solo conferma la natura botulinica dell’intossicazione, ma pone l’accento sulle possibili dinamiche che hanno portato alla contaminazione.
La tossina botulinica è prodotta da *Clostridium botulinum*, un batterio anaerobico, ovvero che si sviluppa in assenza di ossigeno, e la sua presenza in alimenti destinati al consumo umano è un evento anomalo, spesso legato a processi di conservazione inadeguati o a una scarsa igiene.
Le indagini preliminari suggeriscono una potenziale carenza di rigorose procedure di sicurezza nella preparazione e manipolazione degli alimenti.
In particolare, l’ipotesi formulata dal procuratore Domenico Fiordalisi, incentrata sull’utilizzo di un unico utensile da cucina per la preparazione di diverse preparazioni, apre scenari inquietanti.
Questa pratica, se confermata, potrebbe aver favorito la contaminazione crociata, trasferendo la tossina da un alimento all’altro, amplificandone l’impatto e rendendo difficile l’individuazione del punto di origine.
La complessità della situazione risiede nel fatto che la tossina botulinica è estremamente potente, e anche una quantità minima può essere letale o causare sintomi neurologici gravi.
La sua presenza in più alimenti suggerisce un problema strutturale, non un singolo episodio di errore umano.
Potrebbe essere legato a una errata sterilizzazione di conservanti, a una contaminazione di ingredienti di partenza, o a una non corretta conservazione degli alimenti stessi.
Le prossime fasi dell’indagine si concentreranno sull’analisi dettagliata delle procedure di lavoro del food truck, sulla ricostruzione della filiera degli ingredienti utilizzati, e sulla verifica della conformità agli standard igienico-sanitari.
Si dovrà accertare se le pratiche utilizzate fossero consapevolmente inadeguate, o derivassero da una mera mancanza di conoscenza e formazione.
L’obiettivo primario, al di là dell’accertamento delle responsabilità penali, è quello di chiarire i meccanismi alla base di questa tragedia, per evitare che simili eventi si ripetano in futuro e garantire la sicurezza alimentare per tutti i consumatori.
La vicenda solleva interrogativi cruciali sulla necessità di rafforzare i controlli, promuovere la formazione del personale del settore alimentare e sensibilizzare i consumatori sull’importanza di una corretta informazione e consapevolezza.