L’affermazione che l’Ucraina debba essere riconosciuta come attore principale, e non come elemento marginale, nei processi di negoziazione per la pace, risuona con forza dalle parole del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
La sua presa di posizione, espressa in occasione di una visita al Centro Fernandes, struttura Caritas che accoglie giovani ucraini, si pone in netto contrasto con le dinamiche geopolitiche spesso riduttive del conflitto in corso, come quella che vedrebbe un possibile vertice tra Trump e Putin.
La visita, inserita nel contesto del progetto nazionale “È più bello insieme”, promossa da Caritas Italiana e sostenuta dalla CEI, ha offerto al cardinale l’opportunità di incontrare direttamente cinquanta ragazzi ucraini, testimoni diretti delle devastazioni e delle sofferenze causate dalla guerra.
Nel contesto di un momento di raccoglimento spirituale nella chiesetta del centro, Zuppi ha rimarcato come l’attenzione mediatica si concentri spesso sulle strategie e i poteri dei leader mondiali, mentre la vera essenza della pace risiede nell’attenzione verso le persone, nel semplice gesto di solidarietà e convivenza pacifica.
“Sono stati i grandi della Terra ad essere al centro delle vostre domande”, ha affermato, “ma la pace si costruisce con gesti piccoli, con la vicinanza e l’ascolto di chi soffre.
” L’importanza di focalizzarsi sulle vittime, sui giovani traumatizzati da esperienze terribili, è stata sottolineata come presupposto fondamentale per un impegno significativo verso la riconciliazione.
La pace, secondo Zuppi, non è un compromesso o una concessione da ottenere, ma un percorso di avvicinamento e di ricostruzione che nasce dalla compassione e dalla condivisione del dolore altrui.
“Per ottenere la pace, non si può dare a se stessi una falsa pace,” ha concluso, invitando a un impegno costante e a una profonda riflessione sulle cause del conflitto, al di là delle logiche di potere e degli interessi geopolitici.
Un invito a considerare la dimensione umana della crisi ucraina, ponendo al centro il diritto alla dignità e alla speranza di un futuro di serenità per i suoi giovani.