mercoledì 10 Settembre 2025
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Francesco Pierini: L’arte del calzolaio tra tradizione e nuova vita in Puglia.

La porta, incorniciata da un cartello intarsiato con la scritta “La Nobile Arte”, si apre su un mondo che profuma di cuoio e tradizione.

Un modello in legno di piede, testimonianza silenziosa del lavoro del calzolaio, lo sorregge, un’eredità tangibile di saperi tramandati.
Davanti, una sedia in pelle recuperata, segno di un passato che rinasce, e lui: Francesco Pierini, le gambe nude, gli occhi grandi e luminosi come due pozzi di luce, i capelli dorati dal sole, le mani costantemente in movimento, danzanti tra forme e materiali.

Ha scelto Minervino Murge, un angolo di Puglia, come rifugio e come nuovo inizio.

“È un paese lento, un’oasi di lentezza in un’Italia sempre più frenetica, dove si può riscoprire il ritmo interiore, la connessione con la terra e con se stessi”, spiega Francesco, nato ad Andria, erede di una stirpe di calzolai che si estende per tre generazioni.

Il suo mestiere, un legame profondo con il passato, è stato il pane quotidiano del nonno e del padre.

“Sono cresciuto tra il profumo del cuoio e il rumore della macchina da cucire,” ricorda, mentre le sue mani abili guidano il tessuto sotto l’ago.

I piedi nudi sul pedale, un gesto simbolico, un ritorno alla terra, alla semplicità, alla purezza del gesto artigianale.

A ventotto anni, la voglia di mettersi in gioco, di interpretare il passato con gli occhi del presente, lo ha spinto a reinventarsi.
Dopo esperienze lavorative in Italia e all’estero, Francesco ha trovato a Minervino un motivo per alzarsi ogni mattina, una ragione per credere in un futuro legato alle proprie radici.

La sua bottega, in via Petrarca, è diventata un punto di riferimento, un luogo di incontro tra tradizione e innovazione.
Oltre dodicimila follower su Instagram testimoniano il fascino di un lavoro fatto con passione, scandito dalla luce naturale e dalla genuinità dei materiali.

“Volevo contribuire a rivitalizzare un piccolo paese che soffre lo spopolamento,” confida, “e volevo farlo con un approccio semplice, autentico, che celebrasse la bellezza del lavoro artigianale.

” Francesco non si accontenta di conservare la tradizione, ma la reinterpreta con creatività e sensibilità, sperimentando nuove tecniche e materiali.

Il futuro è già in movimento, intessuto di progetti ambiziosi che non lo allontaneranno dalla sua terra.
“Voglio creare qualcosa di significativo, qualcosa che lasci un segno,” dichiara, con lo sguardo rivolto al futuro.

La bottega non è solo un luogo di lavoro, ma un laboratorio di idee, un punto di partenza per un percorso di crescita personale e professionale, un inno alla bellezza e alla lentezza di un’arte che si rinnova, generazione dopo generazione.
Il suo è un atto d’amore per la sua terra, un investimento nel futuro di un piccolo paese che custodisce un tesoro prezioso: la nobiltà dell’arte del fare.

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