giovedì 14 Agosto 2025
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Gallura e Costa Sarda: Sequestri e Indagini contro Abusi Edilizi

L’intensificata vigilanza del Corpo Forestale, in sinergia con la Procura di Tempio Pausania, ha portato a una serie di interventi mirati a contrastare le violazioni ambientali e urbanistiche nel cuore della Gallura e lungo la costa nord-orientale sarda.

Le indagini, guidate dal procuratore Gregorio Capasso, hanno sfociato in una serie di sequestri preventivi che rivelano una sistematica sottovalutazione delle normative a tutela del paesaggio e del territorio.
Il primo caso ad emergere riguarda un lussuoso complesso residenziale a Porto Rotondo, dove sono state rilevate volumetrie abusive per circa 1500 metri cubi.
L’intervento edilizio, posizionato a meno di 300 metri dalla battigia, presenta irregolarità sostanziali: un ampliamento non autorizzato, unita alla trasformazione di un locale seminterrato da cantina a residenza, e la riqualificazione di un locale tecnico adiacente alla piscina.

Queste modifiche alterano significativamente l’impatto visivo e funzionale della costruzione, mettendo a rischio l’equilibrio ecologico della zona costiera.

A Olbia, in località Paule Lada-Via Tremuleu, un capannone in muratura, originariamente destinato ad attività agricole e dotato di una tettoia di circa 130 metri quadri, è stato oggetto di sequestro per cambio d’uso non autorizzato.

L’iniziale destinazione, improntata alla conformità con le normative paesaggistiche e rurali, è stata elusa attraverso la creazione di locali commerciali adibiti al deposito e alla rivendita di materiali edili.

Questa trasformazione sottrae terreno agricolo alla produzione locale e introduce attività commerciali in una zona non adatta.

Rientrando a Porto Rotondo, in località Punta Volpe, ulteriori irregolarità sono state accertate in una villa turistica di lusso.

Anche in questo caso, un incremento volumetrico non consentito ha comportato un cambio di destinazione d’uso del seminterrato, trasformandolo in un’area residenziale senza la necessaria autorizzazione comunale.

Questo intervento, ancora in fase di completamento al momento del sequestro, evidenzia una spregiudicata volontà di eludere le normative urbanistiche.

Ad Arzachena, le autorità hanno posto sotto sequestro un chiosco situato sulla spiaggia di Liscia Ruja.

L’intervento è stato eseguito a seguito della scoperta di strutture permanenti e saldamente ancorate all’arenile demaniale, realizzate in assenza di autorizzazioni edilizie e paesaggistiche.
Questa situazione configura una violazione del regime dei beni demaniali marittimi, che impone rigorose limitazioni alle costruzioni sulla spiaggia.
Un ulteriore tassello di questa complessa vicenda è rappresentato dalla conferma, da parte del Tribunale del Riesame, del sequestro preventivo di una parte di un complesso turistico-alberghiero situato a Golfo Aranci, nel piano di lottizzazione di Cala Sassari-Spiaggia Bianca.

I sigilli sono stati apposti su un’area che comprende tre corpi di fabbrica, includendo unità abitative, piscine, una vasta area disboscata e una pista sterrata che garantisce un accesso diretto ed esclusivo alla spiaggia di Cala Ambra.

Questo intervento, che ha profondamente modificato un’area sensibile, ha sollevato preoccupazioni in merito alla tutela della biodiversità e al diritto di accesso al mare.

Le indagini in corso e i sequestri preventivi testimoniano un impegno concreto delle autorità giudiziarie e del Corpo Forestale a garantire il rispetto delle normative ambientali e urbanistiche, contrastando fenomeni di abusivismo edilizio che minacciano la bellezza e l’integrità del territorio sardo.
Le azioni intraprese rappresentano un segnale forte a tutela del patrimonio naturale e paesaggistico, auspicando una maggiore consapevolezza da parte di operatori economici e privati cittadini.

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