giovedì 14 Agosto 2025
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Lega Aosta, passo indietro sul TAR: via libera alle nuove elezioni.

La Lega Valle d’Aosta ha rivisto la propria strategia processuale, rinunciando all’iniziale intenzione di ricorrere al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) in merito alla nuova disciplina elettorale.

La decisione, anticipata dal Presidente della Regione, Renzo Testolin, implica l’applicazione della legge elettorale riformata nelle elezioni regionali del 28 settembre.

Questo cambiamento normativo, che introduce il sistema delle tre preferenze, in sostituzione della preferenza unica, e disciplina la rappresentanza di genere, si è concretizzato a seguito del referendum confermativo obbligatorio previsto dallo statuto speciale della Regione in materia elettorale.
L’abbandono dell’azione giudiziaria riflette una valutazione giuridica complessa.

Secondo il consigliere regionale della Lega, Paolo Sammaritani, avvocato e referente della questione, l’impugnabilità del decreto di indizione dei comizi elettorali si rivela problematica.
Il decreto, infatti, fa genericamente riferimento alla legge elettorale regionale (legge 3/1993), delineando la data delle elezioni e la normativa applicabile.
Un atto di tale natura, che stabilisce un quadro normativo generale, risulta particolarmente resistente a contestazioni giudiziarie.

La difficoltà risiede nella tempistica e nei limiti imposti dal Codice del Processo Amministrativo (c.
g.
a.
).
L’articolo 130 del codice prevede che le contestazioni relative alle operazioni elettorali e agli atti che ne costituiscono il procedimento possano essere avanzate solo dopo la proclamazione degli eletti, fissando una barriera temporale che rende prematuro un ricorso preventivo.
La scelta della Lega si colloca in un contesto politico più ampio.
Sebbene la Lega abbia concesso libertà di voto agli elettori durante il referendum, Fratelli d’Italia Valle d’Aosta, pur sostenendo l’iniziale ipotesi di ricorso, aveva esortato i propri affiliati a esprimere un voto contrario alla nuova legge.
Questa divergenza di posizioni evidenzia le differenti strategie politiche e le sensibilità giuridiche all’interno delle forze politiche regionali in vista delle elezioni.
La rinuncia al TAR rappresenta, dunque, una mossa pragmatica, volta a concentrare gli sforzi sulla campagna elettorale, piuttosto che impegnarsi in una battaglia legale incerta e potenzialmente infruttuosa.

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