Un episodio che solleva interrogativi profondi sulla rappresentazione e la vulnerabilità minorile è al centro di una controversia legata al concorso di bellezza Miss Italia.
Un video diventato virale mostra una tredicenne sfilare in passerella in un evento destinato a ragazze di diciassette anni, giovani che, a loro volta, si preparano a competere per il titolo di Miss Italia.
La pubblicazione del video, che ritrae la ragazzina in abbigliamento da palcoscenico, ha innescato un dibattito acceso, amplificato dalla condivisione e dai commenti sui social media e dalla presa di posizione della giornalista Selvaggia Lucarelli, che ha denunciato la sessualizzazione di una minorenne.
La patron di Miss Italia, Patrizia Mirigliani, ha prontamente reagito, prendendo le distanze dall’accaduto e rimuovendo dalla carica Antonio Contaldo, l’esclusivista regionale della Campania, ritenuto responsabile della violazione del regolamento interno.
La figura della “Mascotte”, introdotta nel concorso come elemento di rappresentanza, è infatti riservata a ragazze di diciassette anni, mentre la partecipazione al concorso vero e proprio si estende tra le ventenni e le trentenni.
L’episodio pone in luce una serie di problematiche complesse.
Innanzitutto, evidenzia una lacuna nella supervisione e nel rispetto delle norme interne, un errore che mette a rischio l’immagine e i valori del concorso.
L’età minima stabilita, elevata a diciotto anni dalla stessa patron Mirigliani, rispondeva alla precisa volontà di escludere la presenza di minorenni, una linea da non oltrepassare con ancora maggiore rigore quando si parla di mascotte.
Il caso solleva riflessioni più ampie sulla pressione sociale che grava sulle giovani donne, sull’oggettificazione del corpo e sulla precocità con cui l’industria dell’immagine proietta le ragazze verso standard di bellezza spesso irraggiungibili.
La dichiarazione spontanea della tredicenne, che si descrive come “ragazza molto determinata e piena di sogni” e che vede nei social media uno strumento di “spinta” per la sua autostima, è particolarmente toccante.
La sua innocente ambizione si scontra con una realtà mediatica che, troppo spesso, sfrutta l’immagine delle adolescenti per fini commerciali e di intrattenimento, esponendole a rischi di sfruttamento e a una precoce perdita di innocenza.
L’ultimo precedente di una Miss Italia di età inferiore ai diciotto anni risale al 2001, con Daniela Ferolla, una circostanza che, a distanza di anni, assume oggi un significato diverso alla luce di una maggiore sensibilità verso la protezione dei minori e delle loro vulnerabilità.
La vicenda non è solo una questione di regolamento da far rispettare, ma un campanello d’allarme che invita a una riflessione più profonda sui modelli di riferimento offerti alle giovani generazioni e sulla responsabilità di chi, come Miss Italia, si pone come custode di un’immagine che deve essere al servizio della valorizzazione e del rispetto delle ragazze.