venerdì 12 Settembre 2025
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Comune di L'Aquila

Terrore sulla costa: Pistola ad aria compressa seminando paura

Un’ondata di insicurezza ha colpito la fascia costiera tra Montesilvano, Spoltore e Pescara, scuotendo la tranquillità della comunità e gettando un’ombra preoccupante sul rinomato turismo estivo.

Un atto di sconsideratezza, mascherato da un gioco perverso, ha preso di mira pedoni, ciclisti e motociclisti, trasformando le vie pubbliche in un percorso insidioso di potenziali pericoli.
Le indagini, condotte con meticolosità dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Montesilvano, hanno fatto luce su una serie di aggressioni che si sono protratte per diversi giorni, a partire dall’8 agosto con l’episodio che ha visto vittima un anziano ciclista.
L’escalation della violenza ha coinvolto vittime di tutte le età, culminando nel ferimento di una bambina di soli quattro anni e di un’adolescente di tredici, evidenziando la totale assenza di discernimento e la pericolosità intrinseca di un’azione del genere.
La scelta di bersagliare la parte superiore del corpo, a prescindere dalla modalità di spostamento delle vittime – a piedi, in bicicletta o su due ruote – suggerisce una premeditazione e una mancanza di empatia sconcertanti.

La traiettoria dei proiettili, spesso diretti a persone in movimento su motocicli e scooter, ha generato il concreto rischio di incidenti gravi, con potenziali conseguenze devastanti.
L’impatto di una pallottola in queste circostanze potrebbe aver facilmente trasformato un atto di vandalismo in una tragedia.
La svolta decisiva è maturata a Spoltore, dove i responsabili, a bordo di una Fiat Panda celeste, hanno colpito una giovane donna alla coscia.

Un gesto apparentemente banale, ma che ha immediatamente attivato un meccanismo di allerta che ha portato il Comandante della Stazione Carabinieri di Spoltore, in servizio libero, a individuare il veicolo a Pescara.
La sua tempestiva segnalazione al 112 ha permesso l’intervento delle volanti della Questura, prevenendo ulteriori aggressioni e permettendo l’arresto dei responsabili.
L’arma utilizzata, una pistola ad aria compressa dall’aspetto identico a una Beretta calibro 92, priva delle necessarie protezioni legali e ancora carica, testimonia la volontà di simulare una minaccia reale, amplificando il senso di paura e insicurezza nella popolazione.

Il sequestro dell’arma e degli elementi necessari per la sua ricarica, insieme agli atti investigativi, sono stati trasmessi all’autorità giudiziaria per le valutazioni di rito.
L’episodio solleva interrogativi profondi sulla responsabilità individuale, sulla mancanza di rispetto per la legalità e sulla necessità di rafforzare la prevenzione e la sensibilizzazione, soprattutto tra i giovani, affinché comprendano la gravità delle proprie azioni e le conseguenze che esse possono avere sulla vita altrui.

Si apre ora una fase cruciale per comprendere le motivazioni che hanno spinto questi individui a compiere un gesto così irresponsabile e per garantire che simili episodi non si ripetano, ripristinando la fiducia e la serenità che sono alla base della vita comunitaria.

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