Il profumo salmastro del mare Adriatico, un’esperienza sensoriale inedita, si è finalmente rivelata ad Ahmed, un bambino palestinese di cinque anni segnato da un destino di guerra.
Spostato da Gaza, teatro di indicibili sofferenze, attraverso un delicato corridoio umanitario, Ahmed ha trovato rifugio in Italia, precisamente a Bologna, dove un team di medici volontari, operanti nell’ambito di “Sanitari per Gaza” e “Bologna per Gaza-Volontari in rete”, lo assiste nel percorso di riabilitazione.
La perdita delle gambe, conseguenza diretta dei bombardamenti che hanno devastato la sua terra natale – dove parte della sua famiglia persiste nell’affrontare una realtà drammatica – lo ha reso un simbolo toccante della crisi umanitaria in atto.
La sua storia, portata alla luce dalla giornalista Alessia Arcolaci, corrispondente per “Vanity Fair” e “Domani”, e supportata dall’impegno dell’assessora alla Pace del comune ravennate, Michela Brunelli, ha innescato una catena di solidarietà che ha permesso la realizzazione del suo desiderio più caro: vedere il mare.
Il viaggio non è stato solo geografico, ma un vero e proprio percorso di guarigione, un tentativo di ricostruire un po’ di serenità in un’esistenza sconvolta dalla violenza.
Durante il suo soggiorno a Cervia, ospitato presso l’hotel Al Faro a Borgomarina, Ahmed ha potuto godere delle cure e dell’attenzione di numerosi volontari, che lo hanno accompagnato a trascorrere giornate di gioco e relax sulla spiaggia attrezzata del Bagno Sorriso.
L’incontro con il sindaco Mattia Missiroli e l’assessora alla Pace ha rappresentato un ulteriore gesto di accoglienza e supporto, testimoniando l’impegno della comunità locale nell’offrire un momento di tregua e speranza.
La vicenda di Ahmed trascende la semplice realizzazione di un desiderio infantile; è un potente monito sulla necessità di agire con umanità e compassione di fronte a una crisi che continua a mietere vittime innocenti.
“La sua storia ci ricorda la fragilità della vita e la responsabilità che abbiamo verso coloro che soffrono,” ha commentato l’assessora Brunelli, sottolineando come l’accoglienza di Ahmed e dei suoi familiari sia un atto concreto di solidarietà verso un popolo martoriato.
L’iniziativa, resa possibile grazie al generoso contributo di imprenditori come Paola Pirini e Roberto Viroli, evidenzia come la collaborazione tra media, associazioni di volontariato e istituzioni locali possa fare la differenza nella vita di chi ha subito le conseguenze più devastanti di un conflitto.
Il sogno di Ahmed, un piccolo gesto di speranza, risuona come un appello alla pace e alla giustizia per la terra palestinese, invitando a non dimenticare la sofferenza di un intero popolo e, soprattutto, dei suoi bambini.