La cerimonia di commemorazione del 14 agosto 2018, anniversario della tragica frana del Ponte Morandi, si configura non come un mero rituale, ma come un imperativo morale, un atto di resistenza contro la tentazione del silenzio e dell’oblio.
L’assenza crescente di rappresentanze istituzionali, un macigno che grava sul cuore delle famiglie e dei sopravvissuti, evidenzia una pericolosa deriva, una sottile ma inesorabile erosione della responsabilità collettiva.
La presenza, seppur parziale, di figure come il viceministro Edoardo Rixi è motivo di gratitudine, ma non può assolvere un sistema che ha fallito nel garantire la sicurezza e la vigilanza necessarie.
La memoria non è un lusso, un’appendice emotiva, ma un faro che illumina le ombre del passato, un monito per il futuro.
Il rischio che questa memoria, intrinsecamente dolorosa, venga relegata in un angolo dimenticato, addormentata sotto una coltre di rassicurazioni vuote, richiama alla mente le arti consolatorie della maga Circe, che con le sue melodie ipnotiche imprigionava i naviganti.
Ma la verità, come l’eco di un grido soffocato, reclama giustizia e trasparenza.
Le responsabilità, quelle pesanti e ineludibili, devono rimanere esposte, non nascoste sotto un velo di formalismi o silenzi imbarazzati.
Non c’è spazio per attenuazioni o scuse.
L’istituzione, con la sua presenza fisica e la sua partecipazione attiva, deve incarnare l’impegno a non ripetere gli errori che hanno condotto alla tragedia.
Questa partecipazione non è un gesto di cortesia, ma un atto di riconoscimento del dolore e un vincolo giuridico e morale verso le vittime e i loro familiari.
La commiserazione privata, il pianto interiore, il momento di raccoglimento personale, hanno un loro tempo e un loro luogo.
Qui, oggi, il dolore si fa voce, si eleva in un grido potente che alimenta la forza di proseguire nella battaglia per la verità, per la giustizia e per un futuro in cui la sicurezza non sia un optional, ma un diritto inalienabile.
La tenace volontà di non arretrare, di non cedere alla rassegnazione, è il tributo più commovente che possiamo rendere alla memoria di chi non c’è più e l’imperativo più urgente per le generazioni future.
La memoria non è solo ricordo, è azione.