Un nuovo focolaio di Febbre del Nilo Occidentale (FNO) si è manifestato in Sardegna, con la conferma di un caso umano nella provincia di Oristano, specificamente a Villaurbana.
L’episodio, il terzo a verificarsi sull’isola, coinvolge un individuo anziano affetto da preesistenti condizioni mediche, attualmente sotto osservazione e cura presso l’ospedale Santissima Trinità di Cagliari.
La diagnosi definitiva è stata confermata da un esame sierologico condotto presso il laboratorio di analisi dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari, rilevando la presenza del virus.
L’evento riaccende l’attenzione su un complesso sistema ecologico e sanitario, che coinvolge vettori biologici, serbatoi animali e la vulnerabilità della popolazione umana.
La FNO, causata da un arbovirus appartenente alla famiglia Flaviviridae, è trasmessa principalmente attraverso la puntura di zanzare del genere *Culex*, le quali agiscono come vettori competenti.
Queste zanzare, a loro volta, si infettano nutrendosi di uccelli selvatici, che costituiscono i serbatoi naturali del virus.
Il ciclo di trasmissione, quindi, si configura come una catena ecologica che lega fauna selvatica, insetti e, potenzialmente, l’uomo.
La risposta del sistema sanitario è immediata e articolata.
Il Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria, guidato dalla dottoressa Maria Valentina Marras, in stretta collaborazione con il servizio di Sanità Animale, diretto dal dottor Enrico Vacca, ha attivato il protocollo di intervento previsto.
Questo include un’indagine epidemiologica approfondita per tracciare la potenziale esposizione e identificare eventuali altri casi, una rigorosa circoscrizione dell’area di residenza del paziente e una richiesta formale alla Provincia, ente responsabile della gestione del territorio, di implementare misure di disinfestazione mirate.
È cruciale comprendere che la FNO non si trasmette da persona a persona, escludendo la possibilità di contagio diretto tramite contatto fisico o scambio di fluidi corporei.
Tuttavia, il virus mostra una notevole capacità di adattamento e infettare un ampio spettro di mammiferi, non limitandosi agli uccelli e agli esseri umani.
Equini, canidi, felidi, lagomorfi e altre specie animali possono fungere da ospiti intermedi, amplificando la persistenza virale nell’ambiente e contribuendo alla dinamica dell’epidemia.
La sorveglianza veterinaria, quindi, assume un ruolo fondamentale nel monitoraggio della situazione e nella prevenzione di ulteriori rischi.
L’episodio sottolinea l’importanza di una gestione integrata della salute, che coinvolga la sorveglianza ambientale, la lotta agli insetti vettori, la sensibilizzazione della popolazione e il monitoraggio della fauna selvatica e degli animali domestici.
Informare la cittadinanza sui comportamenti di prevenzione, come l’utilizzo di repellenti per insetti, l’eliminazione di ristagni d’acqua e la protezione dalle punture di zanzare, è essenziale per ridurre il rischio di nuove infezioni.
La collaborazione tra le diverse istituzioni sanitarie e ambientali, a livello locale e regionale, è fondamentale per affrontare efficacemente questa sfida continua.