Sette anni.
Un arco di tempo denso di dolore, riflessione e, soprattutto, azione.
Il quattordicesimo agosto 2016 si è impresso a fuoco nella memoria collettiva, non come una ferita da rimarginare, ma come un catalizzatore di un profondo cambiamento per Genova e per la Liguria.
Il crollo del ponte Morandi, con le sue quaranta e tre vittime innocenti, ha rappresentato uno spartiacque, un punto zero da cui ripartire con una rinnovata etica del lavoro, della responsabilità e della resilienza.
Il presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, nel commemorare l’evento, ha espresso non solo il cordoglio e il rispetto per le famiglie delle vittime, ma anche la ferma volontà di trasformare il ricordo in motore di progresso.
La città, scossa e provata, ha risposto con una forza inaspettata, inviando un messaggio di speranza e di determinazione al mondo intero.
Questo segnale, amplificato dalla comunità internazionale, ha innescato un flusso di risorse e investimenti che stanno contribuendo a ridisegnare il volto della Liguria, non solo dal punto di vista infrastrutturale, ma anche sociale ed economico.
L’impegno non si limita alla mera ricostruzione fisica.
La commemorazione non deve essere relegata a un rituale annuale, ma deve permeare ogni aspetto dell’agire amministrativo e civile.
Si tratta di un impegno solenne, rinnovato ogni anno di fronte ai familiari delle vittime, un patto che vincola le istituzioni a perseguire l’eccellenza in ogni decisione, a non replicare mai errori che hanno portato a una tragedia così devastante.
La sicurezza, la qualità della vita, la prevenzione dei rischi: questi i pilastri di un futuro che deve garantire diritti fondamentali e offrire prospettive di crescita sostenibile.
L’arcivescovo Marco Tasca ha saggiamente ricordato come la memoria, lungi dall’essere un peso del passato, sia un faro che illumina il cammino verso un futuro migliore.
Un futuro in cui la speranza si nutre della consapevolezza di aver imparato dalle proprie debolezze, in cui la giustizia è un imperativo morale e in cui la solidarietà è il collante che tiene unita una comunità.
Il percorso è ancora lungo e complesso, costellato di sfide e di responsabilità.
Ma l’eredità di coloro che non ci sono più impone una condotta irreprensibile, un impegno costante, un lavoro di squadra che coinvolga tutte le componenti della società.
È un patto generazionale, un lascito di valori che deve essere custodito e tramandato alle future generazioni, affinché possano vivere in una Liguria più sicura, più giusta e più prospera.
La memoria delle vittime non sia mai un fardello, ma uno stimolo incessante a costruire un futuro degno del loro sacrificio.