Il recente Piano d’Azione Nazionale per la Salute Mentale (Pansm) 2025-2030, presentato al Ministero della Salute e destinato alla Conferenza Unificata, solleva interrogativi significativi.
Famiglie in Rete, associazione di rappresentanti di famiglie e persone con esperienza vissuta nel campo della salute mentale, esprime una valutazione cauta, sottolineando come la sua effettiva implementazione sia compromessa da una potenziale carenza di risorse, strumenti operativi e un sistema di governance veramente inclusivo.
Un piano di tale portata, per tradursi in risultati tangibili e duraturi, necessita di essere supportato da un finanziamento adeguato, da un quadro normativo flessibile che ne favorisca l’applicazione pratica, e, soprattutto, da un modello di governance partecipativo, che coinvolga attivamente tutti gli stakeholder coinvolti: istituzioni, operatori sanitari, associazioni di pazienti e familiari, e, in primis, le persone con vissuti di sofferenza psichica.
Tra le proposte cruciali avanzate da Famiglie in Rete spicca l’urgenza di destinare una quota significativa del Fondo Sanitario Nazionale alla salute mentale, elevandola almeno al 5% a livello regionale, con l’obiettivo di raggiungere gli standard europei, che oscillano tra il 10% e il 15%.
Questa necessità finanziaria è strettamente connessa alla sfida di garantire un adeguato supporto professionale: si richiede una semplificazione delle procedure di assunzione di personale specializzato, in modo da non gravare sui bilanci regionali e aggirare i vincoli di spesa.
Parallelamente, è imperativo un’integrazione più efficace dei servizi territoriali, promuovendo una rete di cura coesa e accessibile.
Pur riconoscendo alcuni aspetti positivi del documento, come l’attenzione verso i Dipartimenti Integrati e il ruolo centrale riconosciuto a famiglie e utenti, Famiglie in Rete insiste sulla necessità di definire obiettivi misurabili, di promuovere interventi personalizzati, di implementare sistemi di valutazione rigorosi e di rafforzare il ruolo del case manager, figura chiave per la gestione del percorso di cura.
L’organizzazione sottolinea anche l’importanza di allocare risorse specifiche per i servizi e di garantire un’attenzione particolare alle persone con disturbi mentali che hanno avuto contatti con il sistema giudiziario.
Tuttavia, l’elemento distintivo e imprescindibile per il successo del Pansm è l’istituzione di un sistema di sorveglianza e valutazione strutturato, capace di monitorare costantemente l’andamento delle azioni intraprese.
Si suggerisce di ottimizzare l’utilizzo degli strumenti di monitoraggio esistenti, come Sism e i Rapporti dell’Istituto Superiore di Sanità, ma soprattutto di incorporare nel sistema le voci dei fruitori dei servizi – associazioni di familiari e utenti – e delle istituzioni competenti, con il supporto di esperti qualificati.
Questa sinergia dovrebbe culminare nella pubblicazione, almeno annuale, di Rapporti di Attuazione del Pansm, resi pubblici con la massima trasparenza, al fine di garantire la responsabilizzazione di tutti gli attori coinvolti e di promuovere un continuo miglioramento del sistema di cura della salute mentale in Italia.