Cosenza si è fermata per dare l’estremo saluto a Padre Fedele Bisceglia, figura singolare e profondamente radicata nel tessuto sociale e sportivo della città.
Un commiato intriso di fede, passione calcistica e un profondo senso di gratitudine per l’uomo che ha dedicato la sua esistenza a dare voce agli emarginati e ai dimenticati.
Lo stadio, la chiesa, le strade, tutti palcoscenici di un addio che ha superato i confini della comunità religiosa per abbracciare un intero popolo.
La chiesa del Santissimo Crocifisso, gremita al limite della capienza, ha fatto da cornice alla celebrazione funebre presieduta dall’arcivescovo Monsignor Giovanni Checchinato.
Un’atmosfera carica di commozione, interrotta dai canti e dai cori che hanno accompagnato il feretro, simbolo di un legame indissolubile tra fede e tifo.
Il sindaco Franz Caruso ha onorato la memoria di Padre Fedele con la consegna del Sigillo Civico, un atto simbolico che testimonia il riconoscimento della città per il suo impegno sociale e la sua umanità.
Un mare rossoblu, fatto di sciarpe, bandiere e fumogeni, ha colorato il corteo funebre, un omaggio spontaneo e sentito da parte dei tifosi, i suoi “figli”, come lui stesso li definiva.
La presenza di giocatori e rappresentanti del Cosenza ha sottolineato il profondo legame tra la figura del monaco cappuccino e la passione calcistica, un connubio che lo rendeva un personaggio unico nel suo genere.
Corone di fiori provenienti da ogni angolo d’Italia, segno di una stima reciproca tra tifoserie gemellate, hanno reso tangibile il cordoglio diffuso.
Padre Giovanni Loria, Provinciale dei Cappuccini, ha esortato a riflettere sul messaggio di umanità che Padre Fedele lascia come eredità: un invito a guardare con occhi nuovi chi vive ai margini, a difendere i diritti degli ultimi e a incarnare i valori di solidarietà e compassione che hanno contraddistinto la sua vita.
L’immagine più toccante è stata quella del corteo funebre che, accompagnato da cori e fumogeni, ha raggiunto lo stadio San Vito-Marulla, il santuario del tifo cosentino.
Un giro d’onore silenzioso sotto la curva Sud, illuminata da uno striscione commovente: “Maracanà una vita da ultrà, grazie Monaco”, ha sancito l’ingresso definitivo di Padre Fedele nel pantheon dei miti calcistici della città.
L’estremo viaggio si è concluso a Dipignano, il paese natale, dove la terra lo accoglierà come un figlio illustre, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore di chi lo ha conosciuto e amato.
Padre Fedele non è solo un monaco cappuccino, ma un punto di riferimento spirituale e un fratello per tutti coloro che hanno bisogno di una mano tesa e di una parola di conforto.
La sua memoria resterà impressa nella storia di Cosenza, un monito costante a non dimenticare mai i valori di umanità, solidarietà e fede che hanno illuminato la sua esistenza.