lunedì 18 Agosto 2025
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Madonna della Montagna: San Luca in rivolta contro lo spostamento

La sacra ricorrenza della Madonna della Montagna, un pilastro dell’identità culturale e religiosa di San Luca, nell’Aspromonte, si trova al centro di una controversia che ne minaccia la continuità e l’autenticità.

La decisione di trasferire la tradizionale celebrazione dallo storico luogo di Polsi allo stadio comunale di Locri ha generato un’ondata di sconcerto e protesta tra i fedeli, mettendo in luce le profonde radici che questa festa affonda nel tessuto sociale e spirituale della comunità.

L’iniziativa, frutto di una collaborazione tra la Diocesi di Locri-Gerace, guidata dal vescovo Francesco Oliva, e la commissaria prefettizia del Comune di San Luca, Antonio Reppucci, si giustifica con la necessità di garantire la sicurezza dei partecipanti.

Le vie di accesso a Polsi, caratterizzate da impervie condizioni stradali, sarebbero ritenute inadatte a gestire l’afflusso previsto, stimato in migliaia di persone.
Tuttavia, questa pragmatica valutazione, sebbene apparentemente volta a tutelare l’incolumità pubblica, si è scontrata con un profondo senso di appartenenza e con la percezione di una lesione all’identità collettiva.
La protesta dei sanlucani non si limita a una mera opposizione al cambiamento logistico; essa esprime una ribellione contro una trasformazione percepita come una forma di sradicamento culturale.
La festa della Madonna della Montagna non è semplicemente un evento religioso; essa incarna secoli di storia, di fede trasmessa oralmente, di tradizioni popolari legate al territorio e alla sua valorizzazione.
Spostare la celebrazione in un luogo diverso, privo del significato simbolico e storico di Polsi, significa cancellare un pezzo della memoria collettiva e svuotare la festa della sua essenza.

Una delegazione di circa 150 cittadini, animata da un sentimento di profonda indignazione, si è recentemente riunita di fronte al Municipio, incontrando la commissione straordinaria che gestisce il Comune in seguito allo scioglimento.
Durante l’incontro, i presenti hanno ribadito con fermezza che la festa deve rimanere a San Luca, in quanto rappresenta un elemento imprescindibile della loro storia e della loro identità.
L’alternativa preferita, in caso di impossibilità a garantire la sicurezza a Polsi, sarebbe l’annullamento della celebrazione, piuttosto che la sua trasposizione in un luogo esterno e decontestualizzato.
La scelta di Locri, a loro avviso, costituisce un affronto alla storia secolare di Polsi e alla sua profonda connessione con la comunità sanlucana.
La mobilitazione popolare, guidata soprattutto da donne determinate a non rinunciare alla loro eredità culturale, si preannuncia prolungata e pacifica.
L’auspicio è che la Curia di Locri possa riconsiderare la decisione, ascoltando le voci della comunità e riconoscendo il valore inestimabile della tradizione.

La presenza annunciata del cardinale Matteo Zuppi, che presiederà la messa nello stadio di Locri, potrebbe rappresentare un’occasione per un dialogo costruttivo e per la ricerca di una soluzione che concili le esigenze di sicurezza con il rispetto della fede e dell’identità del popolo sanlucano.
L’evento si configura, quindi, non solo come una festa mariana, ma anche come un banco di prova per la capacità di ascolto e di dialogo tra istituzioni e comunità, in un contesto segnato da profonde trasformazioni sociali e culturali.

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