Il Ferragosto, tradizionalmente giorno di festa e riposo, ha assunto quest’anno una risonanza inedita, un eco di accoglienza e condivisione che ha attraversato il territorio nazionale grazie all’impegno della Comunità di Sant’Egidio.
Più che una semplice celebrazione, si è trattato di un atto concreto di solidarietà, un abbraccio collettivo rivolto a coloro che, per diverse ragioni, sentono l’abbandono più acuto proprio nei giorni di festa, quando l’esclusione sociale si fa più palpabile.
L’iniziativa, declinata in numerose città italiane, ha superato i confini delle dinamiche assistenziali per trasformarsi in un vero e proprio momento di incontro interculturale.
Tavole imbandite, ricche di sapori e profumi tradizionali, hanno fatto da collante per persone provenienti da contesti eterogenei: persone senza dimora, anziani soli, rifugiati in cerca di una nuova vita, giovani adulti e famiglie, tutti accomunati dal desiderio di un sorriso, di una parola gentile, di un senso di appartenenza.
A Roma, la mensa di via Dandolo ha rappresentato un fulcro significativo, offrendo un banchetto sontuoso – antipasti, lasagne, pollo con peperoni, dolce e cocomero – a circa cinquecento persone.
Tra loro, famiglie provenienti da Gaza e dall’Afghanistan, testimoni diretti di conflitti e tragedie, hanno condiviso la speranza di un futuro pacifico, esattamente a quattro anni dall’inizio della drammatica fuga di Kabul del 2021.
Questo atto di accoglienza ha segnato un momento di profonda umanità, una risposta tangibile all’angoscia di chi ha perso tutto.
L’impegno non si è limitato al capoluogo.
In altri quartieri romani, come Centocelle, e nei numerosi cohousing e convivenze solidali promossi dalla Comunità di Sant’Egidio, si sono replicate esperienze simili, generando luoghi di convivialità e supporto reciproco.
Un gesto particolarmente toccante, soprattutto in considerazione delle difficili condizioni che spesso si vivono all’interno degli istituti penitenziari italiani, sono state le “cocomerate” nelle carceri.
Oltre tremila detenuti, tra uomini, donne e minori, sono stati raggiunti in diverse strutture, tra cui il complesso femminile di Rebibbia, il Nuovo Complesso maschile di Regina Coeli, il carcere minorile di Casal del Marmo e gli istituti di Civitavecchia.
Un momento di evasione dalla routine carceraria, un assaggio di normalità e un promemoria della propria umanità.
L’onda di solidarietà si è propagata ben oltre Roma, raggiungendo città come Milano, Genova, Padova e Novara.
A Milano, nello spazio “Living Together” a Corvetto; a Genova, tra la mensa di Piazza Santa Sabina, il carcere di Marassi, la Casa dell’Amicizia di Pra’ e in altri luoghi della città; a Padova, nella Casa dell’Amicizia di Via Santa Maria in Conio; e a Novara, nella locale mensa della Comunità.
Ogni luogo ha raccontato una storia di impegno, di dedizione e di profonda umanità, dimostrando come la solidarietà possa essere un potente antidoto alla solitudine e all’esclusione, trasformando un giorno di festa in un’occasione di vera gioia condivisa.
L’iniziativa ha offerto uno sguardo commovente sulla capacità della comunità di accogliere e sostenere i più vulnerabili, irradiando un messaggio di speranza e di pace che risuona ben oltre le celebrazioni del Ferragosto.