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Allarme a Parma: Aggressione in Carcere, Agente Ferito

Un episodio di grave allarme ha scosso ieri mattina il carcere di Parma, evidenziando le complesse e spesso precarie condizioni di sicurezza all’interno del sistema penitenziario italiano.

Un detenuto di elevata pericolosità, ristretto nel regime di isolamento, ha inferto violente percosse a un agente della Penitenziaria durante le operazioni di apertura delle porte, necessarie per consentire ai detenuti di accedere alle aree comuni.
Solo la pronta reazione di altri colleghi ha impedito che la situazione degenerasse ulteriormente.
L’agente, soccorso e trasportato presso una struttura ospedaliera per le necessarie cure, ha ricevuto una prognosi di sette giorni, a testimonianza della gravità delle lesioni riportate.

L’episodio, comunicato dal vice segretario regionale del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria (Sappe), Errico Maiorisi, solleva interrogativi urgenti sulla gestione dei detenuti ad alta sicurezza e sulla protezione del personale penitenziario.

I vertici del Sappe, rappresentati dal segretario generale aggiunto Giovanni Battista Durante e dal segretario nazionale Francesco Campobasso, esprimono profonda preoccupazione per la persistenza e l’intensità degli atti di aggressione, che continuano a colpire il personale penitenziario, costringendo un collega a trascorrere anche le festività di Ferragosto in malattia.

Questa situazione non solo compromette il benessere e la serenità del lavoratore, ma incide negativamente sulla funzionalità dell’istituto e sulla sicurezza complessiva.

Si apprende che lo stesso detenuto coinvolto nell’aggressione aveva precedentemente manifestato comportamenti violenti, suggerendo una problematicità preesistente che non è stata adeguatamente gestita.

Questa dinamica rafforza la pressante necessità di una riorganizzazione del sistema carcerario, che preveda la creazione di strutture specializzate dedicate all’accoglienza e al trattamento di detenuti particolarmente pericolosi e inclini a manifestare aggressività.

L’adozione di un regime detentivo chiuso, con restrizioni più severe e un controllo più rigoroso, si configura come un intervento imprescindibile per garantire la sicurezza del personale e la corretta esecuzione della pena.

In attesa di interventi strutturali, i rappresentanti del sindacato sollecitano l’applicazione immediata delle misure restrittive previste dall’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, volto a limitare ulteriormente i privilegi detenutivi, e propongono il trasferimento del detenuto in un altro istituto, possibilmente dotato di risorse e competenze specifiche per la gestione di soggetti ad alta pericolosità.
L’episodio di Parma è un campanello d’allarme che richiede una risposta tempestiva e risolutiva, al fine di tutelare la sicurezza del personale penitenziario e ripristinare un clima di rispetto e legalità all’interno delle carceri.

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