Il dibattito attorno alla composizione del Gruppo Tecnico Consultivo Nazionale sulle Vaccinazioni (NITAG), organo cruciale per la definizione delle strategie vaccinali a livello nazionale, si è concluso bruscamente con la revoca integrale delle nomine deliberate dal Ministro della Salute, Orazio Schillaci, il 5 agosto.
Questa decisione, innescata da una controversia protrattasi per circa dieci giorni, solleva interrogativi significativi sull’autonomia, la trasparenza e l’efficacia dei processi decisionali in materia di salute pubblica.
Il NITAG, istituito nel 2021 in seguito alla necessità di una struttura consultiva indipendente durante l’emergenza pandemica, ha il compito primario di fornire al Ministero della Salute pareri scientificamente fondati e tecnicamente pertinenti, essenziali per orientare le scelte riguardanti i calendari vaccinali, l’approvazione di nuovi vaccini e l’implementazione di campagne di prevenzione.
La sua composizione, pertanto, dovrebbe riflettere una pluralità di competenze, garantendo rappresentanza a diverse aree mediche, scientifiche e sanitarie, e, idealmente, una libertà di giudizio immune da pressioni esterne.
La recente vicenda, che ha visto al centro della polemica le nomine di Paolo Bellavite ed Eugenio Serravalle, evidenzia una potenziale frattura tra l’esigenza di una consulenza scientifica rigorosa e le dinamiche politiche che spesso influenzano le decisioni in materia di sanità.
Le critiche emerse, in particolare, hanno riguardato presunte incompatibilità o conflitti di interesse legati ai nominati, sollevando dubbi sulla loro capacità di fornire un parere imparziale e oggettivo.
Questa situazione non è isolata.
Il ruolo di organo consultivo, per sua natura, si colloca in una zona grigia tra la scienza e la politica, dove le considerazioni etiche, economiche e sociali spesso entrano in conflitto con i dati scientifici.
La revoca delle nomine del NITAG, pertanto, pone la questione più ampia della necessità di rafforzare i meccanismi di controllo e trasparenza nella composizione di questi organi, assicurando che i criteri di selezione siano chiari, pubblici e applicati in modo uniforme.
Inoltre, l’episodio riaccende il dibattito sull’importanza di un approccio multidisciplinare nella gestione delle vaccinazioni, che vada oltre la mera valutazione dell’efficacia e della sicurezza dei vaccini stessi.
Considerazioni come la comunicazione del rischio, l’accettazione vaccinale, l’equità nell’accesso e l’impatto socio-economico delle campagne vaccinali devono essere integrate nel processo decisionale, richiedendo una competenza diversificata all’interno del NITAG.
La ricostituzione del gruppo vaccini, ora inevitabile, rappresenta un’opportunità per ripensare il suo ruolo e la sua composizione, mirando a garantire una maggiore indipendenza, pluralismo e trasparenza, elementi imprescindibili per rafforzare la fiducia dei cittadini e ottimizzare l’efficacia delle politiche vaccinali nazionali.
La discussione è aperta e le prossime nomine saranno scrutinate con particolare attenzione, in un contesto in cui la salute pubblica richiede scelte responsabili e basate su solide fondamenta scientifiche.