Nel pomeriggio di ieri, la Casa Circondariale di Bolzano ha subito un episodio di evasione che ha coinvolto due detenuti, un cittadino marocchino trentenne e un giovane tunisino di diciannove anni.
L’evento, reso pubblico dal Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio, solleva interrogativi significativi sulle dinamiche interne all’istituto e sulle risorse destinate alla sicurezza.
Secondo le prime ricostruzioni, i due uomini, durante la consueta ora d’aria, hanno sfruttato una circostanza inattesa: la presenza di un’impalcatura edile adiacente al perimetro.
L’assenza di una sorveglianza costante lungo il muro di cinta, una criticità strutturale spesso lamentata in diverse strutture penitenziarie a causa di carenze di personale, ha offerto loro l’opportunità di superare la recinzione.
Questo episodio non è un evento isolato, ma piuttosto un campanello d’allarme che evidenzia una problematica più ampia: la necessità di risorse umane adeguate per garantire la vigilanza e la sicurezza all’interno delle carceri, prevenendo così fughe e potenziali rischi per la collettività.
Immediatamente dopo la constatazione dell’evasione, intorno alle ore 16:00, è stato attivato l’allarme e sono state mobilitate le forze dell’ordine, sia la Polizia Penitenziaria che le altre componenti della sicurezza pubblica, per avviare le operazioni di ricerca.
L’efficienza e la rapidità di queste ricerche rappresentano un fattore cruciale nel minimizzare il tempo di latitanza dei fuggitivi e nel ridurre il rischio di commissione di ulteriori reati.
Le ricerche hanno portato a un primo successo: il detenuto marocchino è stato rintracciato e arrestato a Merano grazie all’intervento della Polizia di Stato.
Tuttavia, la ricerca del detenuto tunisino è ancora in corso e testimonia la complessità delle operazioni di localizzazione in ambienti urbani e la necessità di coordinamento tra le diverse forze di polizia.
Questo episodio riapre il dibattito sulla sicurezza nelle carceri italiane, non solo in termini di misure fisiche come recinzioni e sistemi di sorveglianza, ma anche e soprattutto in relazione alla gestione del personale, alla formazione del personale penitenziario e alla valutazione dei profili dei detenuti, al fine di prevenire situazioni di rischio e garantire un ambiente sicuro sia per i detenuti stessi che per il personale che vi opera.
La capillarità dei controlli, la costante attenzione e la prontezza di risposta sono elementi imprescindibili per contrastare efficacemente fenomeni di evasione e tutelare la legalità.