“La giovane Cristina e il suo passato oscuro: la lotta per una nuova vita senza ombre”

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15 maggio 2024 – 00:40

Cristina si trovava seduta al suo banco, immersa nella lezione, quando improvvisamente il telefono vibrò nella tasca dei suoi jeans. Estrasse lo smartphone e vide la notifica che le era appena arrivata: un articolo che riportava gli arresti eseguiti dalla Squadra Mobile di Bari riguardanti un giro di prostituzione minorile. Il cuore iniziò a batterle più velocemente, consapevole di essere stata coinvolta in quel triste periodo in cui giovani ragazze si erano prostituite tra il 2021 e il 2022, incontrando clienti in varie strutture della città. Minori costrette a compiere atti disperati, difesi dagli sfruttatori con l’ingannevole pretesto di rapporti consenzienti. Tuttavia, minacce di diffusione di materiale compromettente incombevano sulle vittime.In preda alla paura, Cristina vide la sua storia propagarsi rapidamente sui media online, alcuni dei quali non esitarono a citare direttamente il nome della scuola frequentata dalla ragazza. Con coraggio, si confidò con la sua insegnante rivelando: “Per me è come un brutto sogno, non mi sembra nemmeno di essere io quella ragazza; spero che nessuno possa mai identificarmi con questa vicenda”. La Cristina che afferrava il cellulare dalla tasca dei jeans e si confrontava nuovamente con quell’incubo era radicalmente diversa dalla sedicenne che tre anni prima era stata coinvolta nel giro della prostituzione minorile.Dopo la denuncia da parte della madre, Cristina aveva cercato di negare quanto accaduto agli occhi degli insegnanti. Bencheeacute; fosse consapevole delle attività svolte dalle altre ragazze coinvolte, aveva sempre taciuto per pudore e vergogna. Ora pentita e avvolta da un senso di vergogna nei confronti della propria famiglia – una famiglia comune con le proprie dinamiche e difficoltà – Cristina desiderava solo cancellare quel capitolo oscuro della sua vita.Assente a scuola il giorno precedente, l’istituto luminoso con grandi vetrate attraversate dal sole e animato dagli studenti rappresentava per lei un luogo carico di ricordi dolorosi. “Voglio solo vivere una vita normale, voglio dimenticare” confessò la ragazza alla sua insegnante con gli occhi velati dalle lacrime.

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