Le Marche, un mosaico di identità e paesaggi, si configurano oggi come un laboratorio di rinascita territoriale, un esempio virtuoso di come la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale possa innescare processi di sviluppo socio-economico sostenibile.
Lungi dall’essere una mera vetrina di bellezze paesaggistiche – colline sinuose che abbracciano il mare, borghi medievali intrisi di storia – la regione sta vivendo una profonda trasformazione, alimentata da un’inversione di tendenza che vede la comunità locale protagonista attiva del proprio futuro.
L’impegno concreto della Regione, attraverso investimenti mirati per oltre cento milioni di euro, testimonia la volontà di promuovere un turismo responsabile e diffuso.
Il progetto “Borgo Accogliente”, fortemente voluto dall’amministrazione regionale, si pone come fulcro di questa strategia, declinando in azioni concrete il concetto di ospitalità sostenibile e valorizzazione del patrimonio diffuso.
La sinergia tra enti locali, imprese, associazioni e cittadini è la chiave di volta per raggiungere gli obiettivi prefissati, creando un ecosistema di crescita condivisa.
I risultati sono incoraggianti: il 2024 ha registrato un incremento significativo di flussi turistici, superando i livelli pre-pandemia con quasi tre milioni di arrivi e undici milioni di presenze.
Il turismo internazionale, con una spesa di 441 milioni di euro, conferma l’attrattiva delle Marche, che si posizionano al vertice delle regioni italiane per numero di “Borghi più belli d’Italia”.
Esempi emblematici di questa rinascita emergono da San Ginesio, Gradara e Ripatransone, fiore all’occhiello del marchio “Bandiera Arancione” del Touring Club Italiano, che certifica l’eccellenza in termini di qualità turistico-ambientale.
Un progetto congiunto da un milione di euro mira a creare un’accoglienza diffusa innovativa, riqualificare lo spazio urbano e sostenere le attività locali.
A San Ginesio, la rifunzionalizzazione di edifici pubblici accoglierà servizi logistici e informativi, mentre a Gradara nascerà un punto unico di prenotazione per l’albergo diffuso, integrato con un’area commerciale e il restauro della celebre Passeggiata degli Innamorati.
Ripatransone, infine, interverrà nel cuore medievale e sui percorsi turistici, incentivando la mobilità dolce.
Le aree montane delle Marche, come le Maceratesi montagne, si rivelano altrettanto dinamiche.
Sarnano, Gualdo, Penna San Giovanni e Sant’Angelo in Pontano, attraverso un approccio integrato che unisce natura, cultura e spiritualità, hanno recuperato parchi, teatri e centri storici, dimostrando come la partecipazione attiva della comunità sia essenziale per il successo di qualsiasi iniziativa.
Il recupero del teatro e del museo dell’emigrazione a Gualdo, il restauro del parco delle rimembranze a Penna San Giovanni, la riqualificazione del centro storico di Sant’Angelo in Pontano, sono tutte tessere di un progetto più ampio volto a rigenerare il tessuto sociale e promuovere lo sviluppo locale.
Il recupero di Palazzo Simonelli e delle storiche cantine nel tufo a Loro Piceno rappresenta un esempio suggestivo di come la memoria storica possa essere rilegata a nuove funzioni, creando opportunità di sviluppo turistico e di coesione sociale.
Nella Valle dell’Aso, Monte Rinaldo, Montottone e Ortezzano puntano su mobilità sostenibile, valorizzazione delle case vacanza, percorsi ciclopendonali e l’integrazione di tecnologie innovative per narrare la propria identità, in un processo di continua evoluzione.
E poi c’è Elcito, “il Tibet delle Marche”, un luogo dove il silenzio e la contemplazione diventano esperienza, un invito alla lentezza e alla consapevolezza.
Questo piccolo borgo, assieme ad altri luoghi remoti e suggestivi, testimonia la ricchezza e la diversità di un territorio che guarda al futuro senza perdere le proprie radici.
Le Marche, un laboratorio di resilienza e innovazione, un esempio di come la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale possa generare opportunità di sviluppo sostenibile e migliorare la qualità della vita per tutti.